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Emergenza territoriale. Lo Snami favorevole al passaggio volontario alla dirigenza 


Si al passaggio volontario alla dirigenza. No al ruolo unico che da un taglio al passato e no allo smantellamento del territorio con la sostituzione dei medici con gli infermieri. Queste le posizioni dello Snami per lo sviluppo della sanità territoriale. 

27 APR - Secondo Vito D'Angelo, Responsabile Nazionale per l'Emergenza territoriale, lo Snami recepisce in maniera positiva l’eventuale passaggio alla Dirigenza ma continuano le perplessità e le zone d'ombra sulle modalità ed i percorsi di tali cambiamenti.”Mi riferisco – afferma in una nota - ad una certa idea del ruolo unico che annullerebbe di fatto i diritti acquisiti, mortificando così le competenze e la specificità del medico dell’ Emergenza Territoriale che in questi anni ha maturato professionalità, acquisendo dei ruoli specialistici e di particolare competenza nell'assistenza territoriale. Inoltre stiamo bene attenti che non venga posta in essere l'idea perversa di depauperare il territorio dalla presenza del medico di emergenza a vantaggio degli Ospedali”.
 
“Noi dello Snami – spiega D’Angelo - stiamo lavorando per l'esatto opposto: riorganizzare il territorio e garantire una più capillare presenza nelle periferie con particolare attenzione nelle zone disagiate, isole e zone montane. Proponiamo un passaggio volontario alla Dipendenza, un ruolo unico che mantenga la specificità territoriale e ospedaliera, con l’avvio di un' intensa programmazione formativa che persegua  linee guida comuni specifiche nel campo dell’ Emergenza. Lo Snami sta promuovendo un percorso culturale volto a superare la disomogeneità di ruoli che ha assunto il nostro comparto in diverse regioni dettata da condizioni culturali, di interpretazioni normative e dell'Acn e dalle incapacità e miopia delle politiche regionali e aziendali”.
 
Vito D'angelo poi conclude sottolineando l'attenzione dello Snami verso chi vorrebbe affidare il territorio a personale sanitario non medico per l’esecuzione di percorsi clinico assistenziali, la gestione del trattamento farmacologico e l’utilizzazione di strumenti di diagnostica. “Tutto ciò è prerogativa strettamente connessa alla diagnosi e cura proprie solo dell'atto medico, per cui un NO secco allo smantellamento del territorio con la sostituzione dei Medici con gli infermieri. Tutto ciò  ha tutta l'aria di una mera operazione di risparmio a discapito della qualità dell'assistenza sanitaria al cittadino”.

27 aprile 2012
© Riproduzione riservata

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