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Farmacista di reparto. Indagine Sifo: “Può fare risparmiare 250mila euro in ogni centro”


A permetterlo sarebbe il controllo costante delle scorte di medicinali e una migliore gestione del farmaco in tutte le sue fasi. Migliora inoltre la l’assistenza e la sicurezza dei pazienti. Secondo un'indagine Sifo, il 58% delle persone ricoverate ritiene che il farmacista di reparto svolga un ruolo importante.

07 MAG - Maggiore sicurezza per i pazienti e una gestione più oculata delle risorse disponibili. Il farmacista di dipartimento affianca il medico in corsia e permette di risparmiare quasi 250mila euro ogni anno con un controllo costante delle scorte di medicinali, Non solo. Grazie all’introduzione di questa nuova figura professionale, migliora la gestione del Registro Aifa dei farmaci oncologici, con un conseguente accesso più appropriato alle terapie anti-tumorali. Come emerge dal progetto pilota sul farmacista di reparto promosso dal ministero della Salute, che ne ha affidato la conduzione alla Sifo (Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie).

I risultati della sperimentazione, svolta nei Dipartimenti di Oncologia ed Ematologia di 5 ospedali (Torino, Padova, Ancona, Bari, Taormina), sono stati presentati oggi a Torino in occasione di un convegno nazionale della Sifo.

“È evidente il cambiamento tra ‘il prima’ e ‘il dopo’ l’introduzione nei reparti di questa nuova figura professionale”, ha affermato Laura Fabrizio, presidente Sifo. “Il miglioramento qualitativo e quantitativo dei dati relativi ai farmaci oncologici ad alto costo ha comportato, solo in uno dei cinque centri, un risparmio, attraverso i ‘rimborsi Aifa’ (Agenzia Italiana del Farmaco), quantificabile in quasi 170.000 euro. Abbiamo registrato un impatto positivo anche sulla riduzione delle ri-ospedalizzazioni e della durata delle degenze”. In totale, secondo la Sifo, i risparmi possibili per ogni centro arriverebbero a 250 mila euro.

“Sulla base di questi risultati particolarmente incoraggianti – ha aggiunto Fabrizio -, la Sifo è pronta a continuare il percorso attraverso la realizzazione di uno specifico corso di formazione a distanza e un nuovo progetto per introdurre il farmacista di dipartimento anche in altre specializzazioni, come la Chirurgia e la Pediatria ed in almeno ulteriori dieci Aziende Sanitarie”.

Non si tratta, però, solo di risparmi. La presenza di un farmacista, durante le visite in reparto, concorre a prevenire gli errori in terapia e a minimizzarne gli esiti, intervenendo in ognuna delle fasi che caratterizzano il percorso del farmaco in ospedale: prescrizione, preparazione, trascrizione, distribuzione, somministrazione e monitoraggio. “Abbiamo registrato – ha spiegato Francesco Cattel, responsabile dell’Area Farmacia Clinica S.C. Farmacia dell’Ospedale ‘Le Molinette’ di Torino, diretta dalla dott.ssa Silvana Stecca – un notevole aumento delle segnalazioni di eventi avversi causate da medicinali che possono aver portato all’ospedalizzazione”.

Negli ospedali coinvolti sono state effettuate anche indagini per valutare il grado di soddisfazione dei pazienti e degli operatori sanitari (medici e infermieri). Il 60% dei pazienti ha percepito la presenza del farmacista in reparto; il 50% afferma di aver ricevuto consigli sulla terapia; il 58% ritiene che il farmacista abbia svolto un importante ruolo di consiglio durante il ricovero. Questa nuova figura professionale ha ricoperto una funzione nell’informazione sul farmaco pari a 3.7 in una scala numerica da 1 a 4, secondo il parere dei medici, e pari a 3.6 nel supporto nella fase di preparazione e conservazione secondo gli infermieri.

Le cinque strutture sanitarie coinvolte nella sperimentazione sono state: l’Azienda Ospedaliero-Universitaria San Giovanni Battista di Torino (Le Molinette); l’Istituto Oncologico Veneto IRCCS; l’Azienda Ospedaliera Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona; l’Istituto Tumori “Giovanni Paolo II”- IRCCS Ospedale Oncologico di Bari e l’Ospedale “San Vincenzo” di Taormina dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Messina.
Gli enti esterni che hanno collaborato al programma ministeriale sono l’Associazione Italiana di Oncologia (Aiom), la Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (Fofi), la European Association of Hospital Pharmacists (Eahp), l’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano (Mi), l’Irccs Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo (Fg) ed il Centro elaborazione dati dell’Università Bocconi di Milano.
 

07 maggio 2012
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