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Riforma 118. D’Angelo (Snami Est 118): “Sterile e dannoso il braccio di ferro territorio-ospedale. Paletti alle funzioni degli infermieri”


Per il responsabile Snami Est 118 è “indispensabile e prioritario” un progetto di potenziamento del Servizio di Emergenza Territoriale, che “sia riconosciuto come macrostruttura dipartimentale” e che permetta di “rivalutare il ruolo del Medico di Emergenza Territoriale”, con una chiara distinzione tra servizi territoriali e ospedalieri perché “l’eccessiva commistione dei due sistemi non porta benefici ma abbassa, in molti casi, la performance di entrambi”. Secco “no” all’ipotesi di sostituzione del medico del territorio con l’infermiere: “Non si possono demandare le responsabilità nella logica del risparmio”.

10 SET - Il responsabile nazionale Snami Est 118, Vito D’Angelo, interviene per chiarire la posizione del sindacato sulla riforma del 118. Una riforma senz’altro “indispensabile e prioritario”, per D’Angelo, ma attenta a realizzare un progetto funzionale e innovativo attraverso la “ristrutturazione e potenziamento del servizio di Emergenza Territoriale” e la “rivalutazione del ruolo del Met (Medico di Emergenza Territoriale)” che non può prescindere da una “qualificazione con adeguata formazione ed assicurandone una eventuale progressione di carriera".

L’auspicio dello Snami Est 118 è, dunque, per una riforma che miri alla “decentralizzazione dell’assistenza e alla sua capillare diffusione sul territorio, vicino ai Cittadini, ai poliambulatori, alla continuità assistenziale, all’emergenza territoriale, fino al domicilio del cittadino: questa è la rete dell'emergenza territoriale che oggi sosteniamo”.

Per D’Angelo il SET (Sistema di Emergenza Territoriale) 118 “deve essere contattato direttamente dai cittadini senza passare dal 112 come previsto dalle normative europee, che allo stato attuale ha dimostrato solo una lungaggine di tempo”. Un sistema “che sia riconosciuto come macrostruttura dipartimentale, quindi un governo sanitario esperto nel ruolo, il riconoscimento con i comitati di dipartimento che consentano a medici, infermieri e ad autisti soccorritori di essere partecipi dei principi di governance, sia a livello provinciale che a livello regionale, quindi nel contesto di un governo clinico condiviso tra gli attori”.

La Sanità Nazionale dovrà prevedere dunque, secondo D’Angelo, una chiara distinzione tra servizi territoriali e servizi ospedalieri, perché “l’eccessiva commistione dei due sistemi non porta benefici ma abbassa, in molti casi, la performance di entrambi".

No dello Snami Est 118, infine, all’ipotesi di “sostituzione del medico del territorio con l’infermiere" al quale si chiederebbe di “giocare a fare il medico sulle ambulanze, demandandogli delle responsabilità non sue, nella logica di un notevole risparmio economico”.
 
Ecco, quindi, l’appello di D’Angelo: “Chiediamo alla politica di ascoltare le richieste del territorio, di conferire, finalmente, una reale identità dei medici SET 118 allo scopo di dare al cittadino, una sanità territoriale innovativa, moderna, perfettamente in grado di rispondere in un contesto tempo- dipendente alla pluralità delle situazioni cliniche nei confronti delle quali il 118 è chiamato istituzionalmente a rispondere”.

10 settembre 2020
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