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Rapporto di Cittadinanzattiva sulla cronicità: Mandelli (Fofi): “Integrare farmacisti e farmacie nell'assistenza territoriale”


Il presidente dei farmacisti italiani commenta il rapporto presentato oggi: “Concordiamo anche con i rimedi indicati, a cominciare dal completamento della digitalizzazione della sanità e al ricorso a servizi di prossimità, come la telemedicina, che possono migliorare la continuità dei percorsi di cura. E apprezziamo che ancora una volta si sottolinei l’importanza del ritorno sul territorio di tutti i farmaci che possono essere impiegati anche fuori dall’ospedale”.

13 OTT - “Il XVIII Rapporto nazionale di Cittadinanzattiva sulle politiche della cronicità, mostra come la mancanza di una rete territoriale capace di prendere realmente in carico i pazienti affetti da malattie croniche, che anche la Federazione denuncia da tempo, ha significativamente pesato nella fase del lockdown e oltre”, dice Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani.
 
“E’ un dato che emerge dalle dichiarazioni delle stesse associazioni dei pazienti, che nel corso della pandemia si sono adoperate per sopperire alla difficoltà dei malati a contattare gli specialisti, o accedere a farmaci, presidi e dispositivi di protezione” prosegue Mandelli. “Concordiamo anche con i rimedi indicati, a cominciare dal completamento della digitalizzazione della sanità e al ricorso a servizi di prossimità, come la telemedicina, che possono migliorare la continuità dei percorsi di cura. E apprezziamo che ancora una volta si sottolinei l’importanza del ritorno sul territorio di tutti i farmaci che possono essere impiegati anche fuori dall’ospedale”.
 
Per il rapporto, uno degli elementi centrali di questo approccio complessivo alla cronicità è la messa in rete delle farmacie con gli altri attori che tutelano la salute pubblica, soprattutto nelle aree interne dove i servizi sono rarefatti e spesso si è costretti a ricorrere impropriamente all’ospedalizzazione.
 
Un’integrazione che, si legge sempre nel documento, andrebbe perseguita anche per quanto riguarda le campagne vaccinali. “Il coinvolgimento dei farmacisti e delle farmacie nelle campagne vaccinali sarebbe efficace nelle aree interne ma anche nei centri urbani, dove è sempre più evidente che la necessità di offrire alcune prestazioni a decine di migliaia di persone in tempi brevi - lo prova il caso dei test sierologici e dei tamponi - richiede soluzioni nuove e l’abbandono di schemi superati”, conclude il presidente della FOFI.
 

13 ottobre 2020
© Riproduzione riservata

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