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Infermieri in piazza: “La politica ci ascolti e valorizzi, contratto autonomo e più risorse”


Numerose manifestazioni oggi in tutta Italia da parte dei sindacati degli infermieri per reclamare una valorizzazione della professione. Nursing Up: “Ricevuti da Speranza ma non abbiamo ottenuto risposte alle nostre istanze”. Nursind: “La professione infermieristica è stata fin troppo tempo in quarantena. È ora di uscirne e iniziare a vivere un lavoro dignitoso con una retribuzione altrettanto dignitosa”

15 OTT - Gli infermieri italiani sono "stufi" e per questo oggi sono tornati in piazza, per manifestare "contro un governo che ha rispetto per noi solo a parole". Da tutta Italia a Roma, al Circo Massimo e Montecitorio: tra gli altri, Nursind, Nursing Up, Infermieri in Cambiamento, Associazione Avvocatura degli Infermieri (AADI), Coina (Coordinamento Infermieristico Autonomo), Adi Famiglie Italiane e gli Opi di Andria Bat, Como e Catanzaro.
 
"Abbiamo messo sul tavolo diversi temi - ha spiegato all'agenzia Dire Antonio De Palma, presidente di Nursing Up- Si comincia dal riconoscimento di un alveo contrattuale degli infermieri. La legge prevede che venga individuato: i tempi sono maturi, doveva essere gia' stato fatto. Vogliamo un contratto autonomo, con risorse economiche dedicate. Non abbiamo tempo di discutere le nostre problematiche in un enorme calderone, dove ci sono una serie di dipendenti che nulla hanno a che vedere con le nostre istanze".
 
Inoltre, "chiediamo una indennità professionale che ci porti al livello della media degli stipendi degli infermieri europei. Mancano ancora molti soldi dai nostri stipendi per raggiungere i 2.500-2.800 euro dei colleghi di Irlanda, Germania, Inghilterra o Lussemburgo. Ecco, chiediamo almeno 500 euro per poterci allineare, anche se sempre verso il basso, a questa media dei Paesi europei". "Noi- ha continuato De Palma in una intervista alla Dire - patiamo il fatto di avere una grande responsabilità, purtroppo non si applica il principio secondo cui crescendo la responsabilità deve crescere lo stipendio. Abbiamo agito, durante il Covid, senza presidi per proteggere la nostra salute e quella degli altri".
 
Ma non solo: "Abbiamo avanzato istanze per avere informazioni sulla situazione dei colleghi durante la pandemia, per sapere quanti infettati e quanti decessi: silenzio assoluto. Sono riusciti a convocarci a ridosso della manifestazione. Il ministro della Salute si è deciso a chiamarci dopo che glielo abbiamo chiesto numerose volte senza esito. Purtroppo, comunque, la posizione con cui siamo stati ricevuti, cortese, è una posizione che non offre risposte a istanze di cui siamo relatori".
 
Oltre alla manifestazione di Roma, quindi, "abbiamo deciso uno sciopero, saranno 24 ore che decorrono dalle 7 del 2 novembre alle 7 del giorno dopo. Questo e' l'inizio di una battaglia- ha concluso De Palma, presidente di Nursing Up- se pensano che facendo finta di niente le cose si metteranno a posto si sbagliano di grosso".
 
“Abbiamo sostenuto il sistema sanitario fin dall’inizio della pandemia e continuiamo a farlo, ora però la politica sostenga le nostre rivendicazioni. Siamo qui per ricordare al legislatore l'impegno preso pubblicamente, in Aula, dal presidente del Consiglio, quel ‘non ci dimenticheremo di voi’, e degli sforzi fatti da una professione posta a tutela della salute pubblica. Noi non l’abbiamo dimenticato e quello che chiediamo è una concreta valorizzazione della categoria. Si tratta di una richiesta perfettamente compatibile con la visione di una nuova sanità che il governo stesso ha tracciato sin dai primi duri mesi di ardua lotta al Covid-19”. Lo ha detto il segretario nazionale del Nursind, Andrea Bottega, nel corso della manifestazione “Curiamo l’Italia”, organizzata a piazza Montecitorio. Uno spazio collegato attraverso un maxischermo anche a piazza del Popolo per rispettare un rigoroso distanziamento, visto l’alto numero di adesioni. Mille tra infermieri e ostetriche i professionisti che hanno preso parte all’iniziativa.
 
Un’area autonoma di contrattazione proprio per infermieri e ostetriche, un incremento sostanziale dell’indennità professionale specifica che oggi vale appena 36,15 euro lordi mensili. E poi ancora la rimozione del limite di incremento dei fondi contrattuali che taglia la retribuzione integrativa di anno in anno. Ma, più in generale, uno stop ai vincoli economici per le assunzioni del personale sanitario “in modo tale da poter finalmente valutare il fabbisogno non più sul minutaggio, ma sulle reali esigenze di cura”. 
 
Sono solo alcune delle proposte che sono risuonate davanti al Parlamento. Non solo, ma Nursind ha chiesto con forza anche pari dignità tra le professioni sanitarie ed uguaglianza di trattamento nell’accesso alla libera professione: “Siamo professionisti con un ambito autonomo di esercizio - ha rimarcato Bottega - e autonoma deve essere la determinazione del nostro lavoro”.
 
 Non senza aggiungere: “Sappiamo di chiedere molto, essendo una categoria numerosa, ma siamo disposti anche a dare molto. E l’impegno e il sacrificio costante dimostrati dall’inizio di questa emergenza ne sono la prova. Se il Servizio sanitario nazionale sta tenendo, è in gran parte grazie a questa categoria che ha saputo reinventarsi e ha sacrificato tutto”.  

Non è mancato nel corso dell’iniziativa un momento dedicato proprio agli infermieri vittime di Covid. Un minuto di silenzio in mezzo a 42 paia di zoccoli bianchi per ricordare gli altrettanti colleghi stroncati dal virus. “Il report Inail di agosto - ha sottolineato il sindacato - ha messo in evidenza proprio come il tributo della categoria sia in termini di vittime che di infettati sia stato altissimo”. “Nonostante tutto - ha detto Bottega in una piazza piena ma composta – noi ci siamo stati, ci siamo e ci saremo. Ma la politica deve ascoltarci e accogliere le nostre istanze. Per prenderci cura dei cittadini, noi infermieri abbiamo bisogno che lo Stato si prenda cura di noi. Troppo facile chiamarci eroi. Suona come una sorta di pacca sulla spalla. Un ‘arrivederci e grazie’ che non aiuta a prendere coscienza e, quindi, a rimediare agli errori fatti negli anni, ai tagli lineari alla spesa per il personale, al blocco delle retribuzioni e alla spinta perversa verso una sanità sempre più privatizzata”.

“Non è quello che vogliamo - conclude il sindacato -. Non è quello che merita la nostra sanità pubblica. La professione infermieristica è stata fin troppo tempo in quarantena. È ora di uscirne e iniziare a vivere un lavoro dignitoso con una retribuzione altrettanto dignitosa”.
 
Dunque, “la politica - è stato l’appello lanciato dalla piazza al viceministro della Salute Pierpaolo Sileri e alle delegazioni dei gruppi parlamentari, sia di maggioranza che di opposizione, intervenuti -, questa volta ci ascolti”.

15 ottobre 2020
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