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Riforma Pubblico Impiego. Cosmed: “Ora atti legislativi coerenti con il cambiamento”


Dopo la sottoscrizione formale del protocollo d’intesa tra Governo-Regioni-Enti locali e le Confederazioni Generali, il sindacato invita il Governo a non cedere alle pressioni dell'ex ministro Brunetta, che continua a difendere un modello fallimentare.

16 MAG - “Il protocollo d’intesa sulla riforma del Pubblico Impegno segna indubbiamente una svolta dopo il periodo ‘brunettiano’. Ma ora occorre vigilare affinché l’accordo si traduca in atti legislativi coerenti in particolare l’emanazione a breve di una delega legislativa che riveda un provvedimento che ha paralizzato per tre anni il pubblico impiego”.
Così il Costantino Troise, Segretario generale della Cosmed, ha commentato la sottoscrizione formale del protocollo d’intesa tra Governo-Regioni–Enti locali e le Confederazioni Generali sulla Riforma del Pubblico impiego, invitando il Governo a non cedere alle pressioni di chi difende un modello fallimentare.
 
Le reazioni all’accordo non hanno, infatti, tardato ad arrivare: si sono scatenate le ire dell’ex ministro Brunetta che ha preannunciato battaglia, forte anche, segnala la Cosmed "dell’appoggio di alcuni esponenti della vecchia maggioranza".
“La legge di riforma 150/2009 – ha detto Troise – ha alimentato una demagogica ostilità nei confronti del servizio pubblico, una campagna ideologica e di retroguardia che sarà ricordata per le crociate contro i medici macellai, i poliziotti panzoni e per la definizione di fannulloni largamente usata per descrivere il lavoro pubblico. Affermazioni che hanno contribuito non poco al clima del “tutti contro tutti” che sta attraversando il Paese. Non a caso questo linguaggio è appartenuto ad una classe politica ed un governo che si è dissolto dopo aver portato il Paese sull’orlo del baratro. Per realizzare una vera riforma della pubblica amministrazione, però, nulla di buono è stato attuato: solo demagogia e tagli, il tutto condito da una ostinata retorica incentrata sull’uso della “carota e del bastone” e dall’invadenza di una politica palesemente non all’altezza. Il disegno autoritario di Brunetta ha confuso per anni la meritocrazia con la supina sottomissione, consegnando carriere e retribuzioni alla discrezionalità dei vertici aziendali di turno, quasi invariabilmente politicizzati”.
 
L’accordo sottoscritto, nei fatti, scongiura licenziamenti collettivi che, stante il dissesto delle pubbliche amministrazioni sarebbero stati possibili sul piano economico e ripristina un minimo di democrazia e di presenza sindacale, riportando alla contrattazione materie che le erano state espropriate dall’ onnipotente “vertice politico-amministrativo”. E Per i medici e sanitari si apre la gabbia delle aree che potrà consentire un contratto riservato alla dirigenza sanitaria e viene riconosciuto il ruolo delle rappresentanze aziendali della dirigenza. Fondamentale il tavolo del precariato, dimenticato per decenni dalla pubblica amministrazione che ha portato ad una giungla di contratti tutti vessatori per i giovani. Infine è stata finalmente riconosciuta la specificità del ruolo delle Regioni e della sanità.
Per questo, ha concluso Troise “occorre vigilare affinché l’accordo si traduca in atti legislativi coerenti”.

16 maggio 2012
© Riproduzione riservata

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