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Ospedalità privata. Aiop: “Italia come Hub di servizi sanitari in Europa”


È questo il messaggio che arriva dai giovani imprenditori delle case di cura private accreditate che hanno aperto a Roma la 47ª assemblea nazionale dell’Aiop. Per gli under 40 bisogna puntare su ricerca, innovazione e formazione per far diventare la sanità un volano dell’economia.

17 MAG - Un sistema misto della governance della sanità pubblica. Nuove tecnologie per una sanità più efficiente. Formazione.  Sono questi gli atout da mettere sul tavolo per vincere la partita della qualità e dell’efficienza nel Ssn e far diventare l’Italia un Hub di servizi sanitari in Europa
A calare le carte sul tavolo della sanità sono i giovani imprenditori dell’Associazione italiana dell'ospedalità privata che hanno aperto oggi a Roma - nell’ambito del convegno “La sanità come motore dello sviluppo italiano: risorse, qualità, attrazione euro-mediterranea” - i lavori della 47ª assemblea nazionale dell’Aiop in corso fino al 18 maggio.
Imprenditori under 40 che a dieci anni dalla loro nascita, si presentano con un progetto ambizioso: arrivare al riconoscimento istituzionale della filiera salute, una risorsa di sviluppo economico per il Paese. 

“La sanità non produce solo costi – ha ricordato Domenico Musumeci, presidente nazionale di Aiop Giovani – non è solo un fardello, rappresenta anche un’opportunità  il sistema sta vivendo crisi economica che colpisce indiscriminatamente tutti. E sembra proprio che la sanità sia nel mirino principale della spending review. Ma noi non crediamo che i tagli indiscriminati possano portare a risparmi nel lungo periodo né in termini economici né  di salute. Crediamo che attraverso razionali scelte programmatiche, organizzative e gestionali si possano modificare gli scenari attuali. Fortunatamente anche il ministro della sanità, Renato Balduzzi è cosciente che in sanità occorre usare il bisturi e non la scure per evitare di tagliare non gli sprechi, ma i servizi”.
 
La filiera della salute, ricorda l’Aiop, produce direttamente e attraverso l’indotto più dell’11% del Pil. E i due comparti industriali della filiera, cioè la fabbricazione di prodotti farmaceutici e di dispositivi medici, assorbono il 6,2% delle esportazioni di manufatti del nostro Paese. Quindi non molto distanti da altri settori di punta del made in Italy come quello tessile e dell’abbigliamento al 7,% e quello degli autoveicoli al 7% del Pil. Un peso importante che fa della  salute una delle più importanti attività produttrici del Paese. Per questo deve essere valorizzata e diventare competitiva a livello europeo.
Come? Attraverso l’Information Technology “che sta condizionando la nascita di un nuovo modo di fare medicina attraverso l’e-health e impone a tutti i professionisti, un importante cambiamento delle tradizionali modalità di lavoro” e la formazione intesa come fattore strategico di sviluppo della competitività. “La formazione – ha affermato Musumeci - è indispensabile per mettere in luce ed accrescere capacità manageriali e va vista come una chance per accrescere la professionalità e vincere le sfide sul mercato. Per questo credo che la nostra associazione potrebbe diventare provider di formazione Ecm con sedi in tutte le Regioni riducendo i costi per tutti”.
Soprattutto per Aiop Giovani, un’ultima sfida per rilanciare il settore e quindi l’economia italiana potrebbe essere la trasformazione dell’Italia come Hub dei servizi sanitari.
“Dobbiamo incominciare a considerarci non soltanto come imprenditori italiani – ha suggerito il presidente di Aiop Giovani – ma come imprenditori europei. Siamo un’Hub naturale con doppia vocazione. Una che guarda a Nord e che può puntare ad attirare pazienti europei. L’altra che guarda a Sud e può diventare un polo attrattivo per il bacino del mediterraneo”.
Il turismo sanitario ha oggi nel mondo un giro di affari di circa 100 milioni di dollari l’anno. La Florida e le isole Baleari sono un esempio, essendo diventate polo di attrazione per gli anziani di tutto il mondo. Un primato che l’Italia potrebbe eguagliare, in quanto  possiede tutti i requisiti – bellezze naturali e elevata qualità delle prestazioni sanitarie – per diventare polo attrattivo per l’area euro-mediterranea.
 
Certo, come ha ricordato Alberto Mingardi, direttore generale dell’Istituto Bruno Leoni, devono cambiare sia le nostre politiche dell’immigrazione, sia il sistema universitario che deve diventare polo di attrazione degli studenti. E a questo si deve aggiungere un mutamento profondo nel bilanciamento tra pubblico e privato.
 
Sulla stessa linea i rappresentanti delle forze politiche intervenuti al convegno.
Per la senatric  Maria Rizzotti (Pdl) della XXII Commissione Igiene e Sanità del Senato: “La sanità privata svolge un ruolo importante: promuove una cultura di buona sanità. Il nostro compito è quello di analizzare tutte le possibilità per migliorare, ma ci troviamo davanti a dei limiti. E quello contro il quale oggi ci scontriamo è rappresentato dalla crisi che ha posto la sanità di fronte a un doppio binario: esigenza di contenimento della spesa e tutela della salute. Dobbiamo trovare soluzione adeguate guardando al futuro. E la sinergia tra pubblico e privato è sicuramente un elemento importante”.
Per il  Presidente della commissione Affari Sociali alla Camera, Giuseppe Palumbo, “i sono ancora comportamenti poco virtuosi che vanno combattuti. Sfruttiamo al meglio le nostre tecnologie e la sanità privata nell’utilizzo delle nuove tecnologie costituisce un esempio virtuoso che  può servire da  pungolo per il pubblico”.

17 maggio 2012
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