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Liberalizzazioni. Fenagifar a Monti: “Pericoloso considerare il farmaco un bene commerciale”


La Federazione dei Giovani Farmacisti chiede un incontro con il Governo per presentare le proprie proposte e porre l’attenzione sui rischi della spinta alle liberalizzazioni in tema di farmaci: “Quanto inciderebbe sul Ssn il costo dei ricoveri derivanti dall’abuso o dall’uso improprio del farmaco?”.

23 MAG - Un incontro con il Governo per presentare proposte sul sistema di distribuzione del farmaco; sul ruolo, la funzione e le prospettive occupazionali della figura professionale del farmacista; sulle norme di espletamento del concorso straordinario così come individuate nell’art. 11 della legge 27/2012, affinché siano mantenute e potenziate le norme che tutelano i giovani farmacisti.
È quanto chiede la Fenagifar in una lettera inviata al presidente del Consiglio, Mario Monti, nel quale si esprimono anche preoccupazioni sui rischi derivanti da liberalizzazioni che introducono una visione del farmaco come bene di consumo: “Le statistiche dicono che induce gli utenti a un uso improprio ed anche ad abusi che creano la necessità di ricoveri ospedalieri. Si è mai svolta un’indagine statistica in Italia, su quanto inciderebbe sul Ssn il costo dei ricoveri derivanti dall’abuso o dall’uso improprio del farmaco. Sicuramente, i risultati, come quelli già noti negli Stati Uniti, sarebbero di notevole rilevanza sul Ssn e soprattutto, a sfavore della salute del paziente”.

Ecco il testo integrale della lettera inviata a Monti dal presidente della Fenagifar Claudio Distefano:

Illustrissimo Presidente,

siamo consapevoli che il Governo italiano, da Lei autorevolmente presieduto, stia adempiendo una funzione difficile ma necessaria per risollevare le sorti dell’economia e, più in generale, delle prospettive sociali e politiche della società italiana.

Se è vero che la scienza della politica e l’arte di governare presentano aspetti di complessità estrema in condizioni normali, ciò è ancor più vero e con maggiori responsabilità quando si è costretti, come nel nostro presente, a legiferare proponendo agli Italiani i sacrifici necessari per salvare la nazione.

Sappiamo che questi provvedimenti si propongono un’azione educativa e culturale nei riguardi dei cittadini ma anche di creare i mezzi e le condizioni per riportare l’Italia nel ruolo che da sempre ha avuto sia nell’Unione Europea sia tra le maggiori potenze mondiali.

Abbiamo riscontrato, nei principali provvedimenti già approvati dal Parlamento, la dovuta attenzione verso i temi del servizio farmaceutico e della professione del farmacista.

Tuttavia, dato che sono presenti nuovi elementi nel DDL recentemente presentato a firma del Ministro della Salute, prof. Renato Balduzzi, vogliamo proporre alcune considerazioni nel merito.

In particolare, con la presente, teniamo a porre l’accento su alcune specificità e criticità del settore che, secondo noi, se ben individuate, porteranno non solo alla realizzazione degli obiettivi proposti ma anche a determinare reali risparmi per lo Stato, benefici effetti per l’utenza e prospettive occupazionali per i giovani farmacisti.

Come giovani professionisti, abbiamo apprezzato le dichiarazioni d’intenti espresse in più di un’occasione da Lei e dal ministro Balduzzi. Infatti, si è d’accordo sul proposito di aprire il “sistema”, considerato eccessivamente rigido e restio ai cambiamenti, per liberare energie e aumentare le opportunità occupazionali, con un occhio di riguardo verso le giovani generazioni, su cui è giusto indirizzare i principali provvedimenti.

Tuttavia, entrando nel merito del nostro ambito di competenza, vogliamo portare la Sua attenzione su alcuni aspetti caratterizzanti la professione farmaceutica in Italia:

- il bene farmaco possiede una sua specificità e non può essere confuso con un bene di consumo e, pertanto, non può essere considerato oggetto delle regole della comune attività commerciale;

- la professione del farmacista è un’attività sanitaria a tutti gli effetti, che si esercita attraverso la dispensazione di un bene specifico, qual è il farmaco che va accompagnato dall’esplicazione della prescrizione medica, supportata anche dal consiglio professionale del farmacista.

Infatti, in Italia la Farmacia è un settore regolamentato da un regime di concessione statale; tale modello è assimilabile ad altri in vigore e può essere definito “latino” perché somiglia ai modelli europei analoghi; il farmacista opera per conto dello Stato e garantisce i cittadini sul corretto uso del farmaco.
Il modello anglosassone, vigente negli stati anglofoni e nel Nord dell’America, permette una maggiore libertà all’attività imprenditoriale, che diventa prevalente su quella sanitaria.
Le statistiche, però, dicono che assimilare il farmaco a un comune bene commerciale, induce gli utenti a un uso improprio ed anche ad abusi che creano la necessità di ricoveri ospedalieri.

Le chiediamo, a prova di ciò, se si è mai svolta un’indagine statistica in Italia, su quanto inciderebbe sul Ssn il costo dei ricoveri derivanti dall’abuso o dall’uso improprio del farmaco. Sicuramente, i risultati, come quelli già noti negli Stati Uniti, sarebbero di notevole rilevanza sul Ssn e soprattutto, a sfavore della salute del paziente.

Riteniamo, pertanto, che il nostro modello, anche alla luce delle difficoltà economiche della finanza pubblica e dei sacrifici richiesti ai cittadini, opportunamente aggiornato, rappresenti un sistema di garanzie per la salute dei cittadini e per lo Stato.

Fatte queste premesse

Chiediamo

Alle SSLL un incontro tra il Governo e la Fenagifar per suggerire le nostre proposte sulle questioni aperte, e in particolare:
- Sul sistema di distribuzione del farmaco;
- Sul ruolo, la funzione e le prospettive occupazionali della figura professionale del farmacista;
- Sulle norme di espletamento del concorso straordinario così come individuate nell’art. 11 della legge 27/2012, affinché siano mantenute e potenziate le norme che tutelano i giovani farmacisti.

Claudio Distefano
Presidente Fenagifar

 

23 maggio 2012
© Riproduzione riservata

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