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Professioni sanitarie. Uil Fpl: “Non eludere anche il tema della libera professione”


Per la ridefinizione delle competenze infermieristiche il sindacato chiede, tra le altre cose, nuovi modelli organizzativi, di realizzare l’integrazione professionale, di individuare le risorse. E un riferimento alla “gestione autonoma dei codici bianchi”. Ecco il documento di osservazioni della Uil Fpl.

26 MAG - Ribadisce di “condividere pienamente l’obiettivo di fare finalmente chiarezza su ruoli e responsabilità dei professionisti sanitari”, ma affinché questo lavoro sia fatto nei migliori dei modi, secondo la Uil Fpl è necessario affrontare alcune criticità emerse dal documento del tavolo ministero-Regioni. Anzitutto, fugato il dubbio sul vecchio mansionario, bisogna però stare attenti, secondo la Uil Fpl, a “non orientarsi per l’attribuzione competenze intese come ‘atto medico delegato’ che porterebbe l’infermiere ad agire da mero esecutore come una sorta di ‘minimedico’ venendo meno al concetto di professione intellettuale da sempre appartenente alla professione infermieristica”.

Secondo il sindacato, inoltre, ogni tentativo di riforma sarà “inutile se Ministero e Regioni  non trovano il modo di dare un input concreto all’introduzione nelle Aziende Sanitarie di nuovi modelli di organizzazione dell’assistenza per passare, finalmente e veramente, da un modello assistenziale ancora in parte per compiti, ad un modello per obiettivi, basato sulla centralità del paziente e sull’intensità di cura e della complessità assistenziale Solo così la Professione Infermieristica potrà esprimere a pieno le proprie potenzialità, svolgendo fino in fondo la funzione di pianificazione, gestione, valutazione dell’assistenza che le è propria e realizzando davvero la “’piena autonomia’”.

Occorre poi “superare e comporre le reazioni di rigetto”, considerato che “la nostra sanità non può e non deve più essere la somma di figure professionali che lavorano una a fianco all’altra ma per compartimenti stagni, o protraendo all’infinito sterili dispute e questioni di lobby professionali, ma, al contrario, una realtà dove le competenze dei diversi professionisti e operatori vengano messe in comune per dare una migliore sanità ai cittadini”.

Parallelamente, secondo il sindacato, anche i tavoli di lavoro sulle diverse professioni non devono essere così rigidamente divisi cronologicamente. Collegando i lavori sulle professioni sanitarie anche alle tematiche degli OSS.

Altrettanto stretto, secondo la Uil Fpl, deve essere il collegamento con il tema della libera professione dell’Infermiere e delle altre professioni sanitarie, “che non riteniamo debba essere più a lungo eluso”.

Inoltre, ancora di più in questa fase in cui non riusciamo a rinnovare i Ccnl, la Uil Fpl chiede di aprire un confronto con i livelli centrali, regionali e aziendali per individuare gli strumenti più “adeguati a riconoscere l’evoluzione delle figure sanitarie ed i nuovi modelli organizzativi.

Nella bozza di documento del tavolo, osserva ancora la Uil Fpl, mancano riferimenti precisi riguardo all’uso della cartella clinica integrata quale “strumento operativo fondamentale e imprescindibile” e la previsione della Medicina Interna tra le aree di intervento “proprio in ragione dell'aumento dell'età media della popolazione con necessità di ridefinire gli ambiti di cura e di assistenza”.

La Uil Fpl chiede poi, tra le altre cose, di inserire parti precise riguardanti la definizione dell’assistenza infermieristica avanzata, le modalità di assistenza nell’ambito di telemedicina e teleconsulto, la gestione autonoma dei codici bianchi, il concetto di presa in carico del paziente e di assistenza globale individualizzata.

 

26 maggio 2012
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