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Vaccini Covid. Fp Cgil: “Vincolo esclusività non c’entra nulla con l’attività di vaccinazione”


Il sindacato: “Non c’è bisogno di ‘spezzare’ alcun vincolo di esclusività del personale sanitario pubblico, come leggiamo attraverso stampa e campagne social, per poter esercitare volontariamente la somministrazione di vaccini. Già da gennaio di quest’anno la legge di Bilancio ha messo a disposizione delle Regioni 100 milioni di euro a favore di medici, infermieri e assistenti sanitari del Ssn che si dovessero rendere disponibili per la somministrazione dei vaccini”.

26 FEB - “Basta demagogia sulle spalle dei lavoratori del Ssn. Non c’è bisogno, infatti, di ‘spezzare’ alcun vincolo di esclusività del personale sanitario pubblico, come leggiamo attraverso stampa e campagne social, per poter esercitare volontariamente la somministrazione di vaccini. Già da gennaio di quest’anno la legge di Bilancio ha messo a disposizione delle Regioni 100 milioni di euro a favore di medici, infermieri e assistenti sanitari del Ssn che si dovessero rendere disponibili per la somministrazione dei vaccini anche se, come sindacato, riteniamo indispensabile individuare una indennità di esclusività a favore delle professioni sanitarie del comparto, come indicato anche nella piattaforma per il rinnovo contrattuale”. Ad affermarlo è la Fp Cgil Nazionale.

Infatti, sottolinea il sindacato, “il comma 464 dell’art.1 della legge di Bilancio sancisce che, qualora il numero dei professionisti sanitari non risulti sufficiente a soddisfare le esigenze di somministrazione dei vaccini contro il SARS-CoV-2 in tutto il territorio nazionale, le aziende e gli enti del Servizio sanitario nazionale, anche in deroga ai vincoli previsti dalla legislazione vigente in materia di spesa del personale e fino alla concorrenza dell’importo massimo complessivo di 100 milioni di euro, possono acquistare prestazioni dal personale medico, infermieristico e dagli assistenti sanitari. Si tratta ad oggi di almeno 600 medici e 2.000 tra infermieri e assistenti sanitari in più a disposizione per 6 mesi”.

“Come Fp Cgil - precisa - non abbiamo mai favorito lo svolgimento di orario aggiuntivo da parte dei lavoratori, privilegiando in tal senso sicurezza e assunzioni ma, a fronte della emergenza sanitaria in atto, crediamo sia giunto il momento che le Regioni comincino ad usare quelle risorse disponibili già da subito, anche se, in questo momento, il problema non sembra essere il reclutamento del personale per la somministrazione ma l’approvvigionamento degli stessi vaccini”, conclude.

26 febbraio 2021
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