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Farmacia dei servizi. Cosa faranno le "comunali". Ecco il decreto e gli emendamenti di Regioni e Anci


Anche le farmacie pubbliche entrano nel progetto farmacia dei servizi. La bozza del decreto del ministro della Salute, esaminata nel corso della riunione tecnica della Conferenza Unificata del 18 maggio, dovrebbe però raccogliere gli emendamenti delle Regioni e dell’Anci.

07 GIU - Presto nuovi servizi anche nelle farmacie comunali. Lo schema di decreto elaborato dal ministro della Salute, di concerto con il ministro dell’Economia, recentemente trasmesso alla Conferenza Unificata, stabilisce infatti l'ingresso delle farmacie comunali nel grande e ambizioso progetto della farmacia dei servizi avviato con l’approvazione del Dlgs 153/2009.
 
La bozza di decreto, esaminata nella riunione tecnica della Conferenza Unificata dello scorso 18 maggio, è però già pronta a subire modifiche. Una nuova versione dovrà infatti essere elaborata tenendo conto delle richieste emendative formulate dalle Regioni e dall’Anci nel corso della stessa riunione e che riguardano, in particolare, la condizione che impone alla farmacia che voglia aprirsi ai nuovi servizi di dimostrare di avere avuto “un risultato di esercizio positivo nelle ultime due annualità di bilancio”. Paletto che Regioni ed Anci vorrebbero sostituire con la dimostrazione che la farmacia “non abbia registrato perdite progressive nelle ultime tre annualità di bilancio”.

In attesa del testo definitivo, ecco cosa prevede la bozza di schema di decreto del mistero della Salute.

Oltre alle farmacie di cui sono titolari i Comuni, protranno erogare i nuovi servizi anche le altre farmacie pubbliche gestite con azienda speciale, alle società, ai consorzi tra Comuni di cui i Comuni sono unici titolari, e alle società di capitali costituite tra Comuni e farmacisti che, al momento della costituzione della società, prestino servizio presso farmacie di cui il Comune abbia titolarità. Condizione, però, è che possano dimostrare di avere avuto un risultato di esercizio positivo nelle ultime due annualità di bilancio (che se verrà accolto l’emendamento delle Regioni e dell’Anci si trasformerà nella mancanza di perdite progressive negli ultimi tre anni di bilancio).

Per essere ammesse ad erogare i nuovi servizi le farmacie pubbliche dovranno inoltre assicurare l’invarianza della spesa sanitaria e comunque l’aderenza alle normative vigenti in materia di Patto di stabilità riguardanti gli enti locali. Paletti anche per le eventuali assunzioni per realizzare i nuovi servizi, che dovranno riguardare esclusivamente personale sanitario o socio-sanitario, infermieri e fisioterapisti ed essere compatibili con il rispetto da parte dei Comuni della normativa vigente in materia di spese e di assunzione di personale. Le assunzioni, inoltre, non dovranno eccedere i limiti di capienza del risultato contabile di gestione.

Un documento separato da allegare al rendiconto di gestione dovrà evidenziare i risultati contabili che deriva dalle nuove attività, allo scopo di permettere al Consiglio dell'ente di valutare i risultati nell’ambito dell’approvazione del rendiconto.

I criteri per la determinazione della remunerazione da parte del servizio sanitari per i nuovi servizi saranno fissati con l'accordo collettivo nazionale, che definirà anche i criteri in base ai quali i correlati accordi regionali fissano i requisiti minimi di idoneità dei locali della farmacia in cui vengono erogate le prestazioni.
 

07 giugno 2012
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