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Lauree professioni sanitarie. Fp Cgil: “Aumento dei posti nei corsi di laurea è insufficiente”


“È stato previsto un incremento complessivo del 13% di posti, un numero insufficiente. Rischia di essere un’enorme occasione persa. È necessario formare più professionisti per operare oltre l’emergenza. Chiediamo un confronto tra sindacati, Mur, Ministero della Salute e Regioni". Così in una nota il sindacato commenta il decreto provvisorio pubblicato dal Mur che indica il numero di posti nei corsi di laurea delle professioni sanitarie.

14 LUG - Il numero di posti disponibili per i corsi di laurea delle professioni sanitarie non sono sufficienti al fabbisogno del Paese. È necessario formare più professionisti se non vogliamo continuare ad operare in emergenza”. Queste le parole spese dalla Fp Cgil in merito al decreto provvisorio pubblicato dal Mur che indica il numero di posti nei corsi di laurea delle professioni sanitarie.
 
“È stato previsto un incremento complessivo del 13% di posti, un numero insufficiente. Rischia di essere un’enorme occasione persa – spiega il sindacato -. Pensiamo ai corsi di infermieristica cui spetta un incremento del 7%, vale a dire di 1.120 posti. Parliamo di un numero abbondantemente al di sotto delle necessità, considerando la carenza di almeno 60mila unità per mantenere gli attuali standard e di 160mila infermieri per arrivare agli standard europei. Solo il Pnrr prevede 30mila nuove unità”.
 
“Se vogliamo realmente potenziare stabilmente il servizio sociosanitario nazionale al di là dell’emergenza è necessario formare più professionisti e assumerli a tempo indeterminato insieme a tutti i precari ‘arruolati’ per fronteggiare l’emergenza. Non si può pensare di colmare queste enormi carenze con un improprio allargamento delle competenze di altre figure o con la richiesta di prestazioni aggiuntive che ricadono sulle spalle di professionisti stremati da più di sedici mesi di lotta alla pandemia”.
 
"È indispensabile coniugare il diritto allo studio con la qualità formativa ed i fabbisogni di personale. Per questo chiediamo un confronto tra sindacati, Mur, Ministero della Salute e Regioni. Non è accettabile che ad oggi sia ancora demandata esclusivamente alle Regioni l’individuazione dei fabbisogni formativi di professionisti sanitari per il proprio territorio, un sistema che ha dimostrato tutti i suoi limiti e che deve essere corretto”, conclude la Fp Cgil.

14 luglio 2021
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