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La Fnopi incontra le Regioni: “Occorrono più infermieri, ne servono 60 mila”


Tra i temi affrontati anche le specializzazioni infermieristiche, le carenze di organico e la riforma del territorio. Mangiacavalli: “I responsabili delle Regioni hanno dimostrato particolare attenzione e condivisione nei nostri confronti e ora si darà il via a una serie di incontri per la definizione delle singole problematiche”

08 SET - Riprende il confronto con le Regioni della Federazione degli ordini delle professioni infermieristiche. Durante un incontro in videoconferenza tra i vertici della Federazione, il presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga, presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, il Coordinatore della Commissione Salute Raffaele Donini, assessore alla salute dell’Emilia Romagna e il responsabile per le Regioni del Comitato di settore Davide Caparini, assessore al Bilancio della Lombardia, sono stati illustrati dalla FNOPi i principali argomenti su cui le Regioni hanno dato la loro disponibilità e hanno accolto le proposte della Federazione, che rappresenta gli oltre 456mila infermieri iscritti agli ordini provinciali,  con la massima attenzione politica.
 
“I temi centrali – rivela la Fnopi in una nota - sono stati le specializzazioni infermieristiche e le carenze di organico della professione (ormai a quota 60mila) e legata a queste la necessità di rivedere il copro docenti universitario perché a formare gli infermieri siano gli infermieri. Oggi la professione infermieristica che negli Atenei è la più numerosa ha un numero troppo basso di docenti-infermieri e in attesa che si provveda tramite legge dello Stato è possibile pensare di strutturare il corpo docenti MED/45 nel sistema universitario per l'insegnamento ai corsi delle professioni sanitarie che sono quelli con il maggior numero di iscritti rilevando a oggi un rapporto docente/studenti di circa di 1:1.350 (verso, ad esempio un rapporto di 1:6 per il CdS in Odontoiatria)”.

“Per quanto riguarda la carenza – prosegue - , grazie anche al Recovery Plan che stanzia risorse importanti proprio per implementare le cure di prossimità e che fa esplicito riferimento a strutture come gli ospedali di comunità a gestione infermieristica o alle Case di comunità dove gli infermieri hanno notevole peso e anche alle centralo operative territoriali, il cui coordinamento andrà affidato in base ai veri bisogni emergenti della popolazione, il Governo – con lo stimolo delle Regioni -  può introdurre tutte le misure per potenziare gli organici infermieristici e per stabilizzarne l’inquadramento contrattuale: oggi la media degli infermieri per mille abitanti è di circa 5,7, mentre nei paesi dell’OCSE supera 8,5”.

Le leve su cui agire per l’implementazione degli organici, illustrate dalla FNOPI alle Regioni e da queste recepite, “sono prima di tutto quelle della rideterminazione del fabbisogno formativo – che già per il prossimo anno accademico le stesse Regioni hanno indicato più alto dei posti messi a bando dal MUR di quasi 7mila unità -, la ridefinizione dello staffing (organizzazione del personale) con standard adeguati.
E un occhio particolare ci vorrà nel contratto dove Comitato di settore e sindacati dovranno trovare le giuste strade per implementare e dare risposte alle varie previsioni che incidono sulla progressione di carriera e sulla retribuzione”.

“I responsabili delle Regioni – ha detto la presidente FNOPI, Barbara Mangiacavalli – hanno dimostrato particolare attenzione e condivisione nei nostri confronti e ora si darà il via a una serie di incontri per la definizione delle singole problematiche".

08 settembre 2021
© Riproduzione riservata

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