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Smi, Snami e Sumai in stato di agitazione: “La medicina è al collasso”

Lo avevano annunciato ieri e oggi, in assenza di una risposta da parte della Regione, parte la protesta. “Siamo stati lasciati soli ad aiutare i pazienti sotto una montagna di carte e funzioni amministrative. In pratica ogni mmg segue a domicilio circa 70 pazienti positivi ai quali vanno aggiunti 280/ 350 congiunti, contatti da tracciare, isolare, quarantene etc. Un carico insostenibile!”, spiegano i sindacati. I DATI e LE PROPOSTE DEI SINDACATI

27 GEN - Smi, Snami e Sumai Lazio denunciano “la gravissima condizione nella quale sono costretti ad operare i MMG del Lazio” dopo due anni d’impegno nella pandemia da SARS COV2, “nella quale i Medici di Medicina Generale, nel Lazio ed in tutta Italia, accanto ai colleghi Ospedalieri, Medici dei servizi e Specialisti ambulatoriali, hanno pagato il più alto contributo in termini di decessi causa contagio da COVID”.
 
A fronte di questo, contestano i sindacati, “mai alcun riconoscimento per la professionalità e la capacità organizzativa della Medicina territoriale, che è stata fondamentale, invece, per fronteggiare le criticità di tanti pazienti che sono stati seguiti e curati a domicilio: oltre il 92% dei pazienti è rimasto a casa. Nessuna tutela è stata posta in essere non solo per il MMG ma anche per i pochi collaboratori di studio autorizzati dalla nostra Regione. La maggior parte dei colleghi neo assunti, quei pochi che non scappano appena si rendono conto del caos e dell’abbandono reale in cui opera il Mmg, non ha la possibilità di avvalersi di un collaboratore di studio”, spiegano i sindacati in una nota congiunta, che danno quindi il via alla protesta annunciata ieri, a fronte della mancata risposta della Regione alla richiesta di confronto.

Sumai, Smi e Snami Lazio evidenziano come l’attività clinica quotidiana a tutela degli anziani, dei pazienti cronici assieme a tutte le altre attività, siano state “completamente stravolte aggiungendo altre mansioni anche per una tangibile carenza di risposte da parte delle ASL”.

Per essere ancora più chiari, i sindacati citano alcuni dati: “278.577 pazienti positivi  nel Lazio sono a casa seguiti solo medici di medicina generale. Risultano, invece,  2270 ricoverati e/o in terapia intensiva. Meno dello 0.8%. Questo significa che ognuno dei 4000 medici di medicina generale segue al domicilio mediamente 70 pazienti affetti da covid e/o positivi ai quali vanno aggiunti 280/ 350 pazienti congiunti, contatti da tracciare, isolare, quarantene etc. Un carico insostenibile! Tradotto in termini operativi significa: telefonate continue, messaggi WhatsApp ed e-mail che arrivano ad ogni ora del giorno e della notte senza alcuna distinzione tra festivi, notturni e via dicendo. Richieste di info, terapie e innumerevoli certificazioni che vanno dall’isolamento alle guarigioni, il sovraccarico dei Green pass, non registrati da altri soggetti che li eseguono, oltre al caos in ambito scolastico. Considerando una media per reparto COVID di 10-20 pazienti alla medicina generale si sta chiedendo di gestire in totale solitudine l’equivalente di circa 4 / 10 reparti Covid”. È un carico di lavoro a cui la categoria “non può più rispondere”.

Snami, Smi e Sumai Lazio contestano peraltro, “ma è solo un esempio”, come “a fronte di questo il governo ha stanziato 95 milioni di euro per retribuire  i farmacisti per fare i tamponi gratuiti per le scuole, ma si chiede ai Mmg di predisporre le ricette al solo fine di consentire il successivo pagamento dei farmacisti. Quindi ulteriori centinaia di migliaia di cittadini dovranno ricorrere al Mmg ‘scrivano  prescrittore’ di prestazioni decise per decreto”.

Nel corso della quarta ondata, denunciano inoltre i sindacati, “siamo nella confusione assoluta, con sovrapposizioni di funzioni che nulla hanno di clinico” e tutto ciò “determina uno sfibrante prolungamento dell’attività del Medico anche oltre le 12-14 ore al giorno, senza alcuna sosta . Continue contestazioni da parte dei pazienti per incapacità a comprendere le responsabilità del Medico, sia medico-legali, che amministrative e di salute pubblica; spesso le proteste si trasformano in minacce o aggressioni. La categoria è ormai allo stremo e non comprende come mai la Regione Lazio continui a emettere disposizioni senza alcun confronto con le OOSS di categoria, nonostante le continue sollecitazioni ad un confronto che permetterebbe un miglioramento del sistema assistenziale e la possibilità per i Mmg di concentrarsi sull’attività clinica migliorando l’assistenza sul territorio”.
 
Per questo i sindacati si dicono “costretti a dichiarare lo stato di agitazione della categoria e, qualora non venissimo immediatamente sentiti dalla Regione, daremo seguito a tutte quelle iniziative necessarie per garantire ai colleghi il rispetto dei diritti minimi previsti per tutti i lavoratori”.

27 gennaio 2022
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