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Al Goretti di Latina un cuore artificiale temporaneo per consentire intervento su paziente fragile

“È il primo utilizzo nel Centro-Sud Italia di una ‘mini-turbina’ cardiaca a flusso pulsatile”, spiega la Asl. Il cuore artificiale è stato usato come dispositivo di assistenza, lavorando in sincronia con il cuore originale del paziente e pompando il sangue in aorta ascendente, incrementando così la gittata cardiaca. Questo ha consentito di effettuare un intervento delicato ad un paziente anziano con un “cuore fragile”.

26 MAG - Un cuore artificiale temporaneo per potere intervenire: al Santa Maria Goretti di Latina primo utilizzo nel Centro-Sud Italia di una “mini-turbina” cardiaca a flusso pulsatile. A dare notizia del delicato intervento, necessario per trattare un paziente fragile, è la Asl di Latina in una nota.

L’intervento è avvenuto nella sala dell’emodinamica dell’Ospedale Santa Maria Goretti sotto la guida del Prof Francesco Versaci, che spiega: “Il dispositivo che abbiamo impiantato, l’iVAC 2L è una mini-turbina collegata ad una pompa a membrana extracorporea, che aspira attivamente il sangue dal ventricolo sinistro aiutandolo nella sua funzione soprattutto nei momenti di maggiore criticità. Questo cuore artificiale lavora in sincronia con il cuore nativo pompando il sangue in aorta ascendente, incrementando così la gittata cardiaca. La novità consiste nel fatto che questa micro-turbina fornisce un flusso pulsatile e non continuo (quindi più fisiologico) sincronizzato sul movimento di apertura e chiusura della valvola aortica”.

Il dispositivo ci ha consentito di effettuare un intervento delicato ad un paziente anziano con un “cuore fragile” a causa di una sindrome coronarica acuta e di una disfunzione cardiaca severa. Per trattare la sua malattia coronarica, continua il Prof. Versaci, “è stata necessaria una rivascolarizzazione miocardica mediante angioplastica e stent in quanto l’intervento chirurgico di bypass era a rischio proibitivo. Abbiamo pertanto deciso di sottoporlo a un intervento di angioplastica con stent, sebbene anch’esso a rischio molto alto”.

“Questi dispositivi di assistenza - conclude il Prof. Versaci - possono dare un’opportunità di cura anche ai pazienti più fragili, con comorbidità, disfunzione cardiaca e grave malattia delle coronarie, che fino ad oggi non potevano essere trattati per l’elevato rischio di mortalità peri operatoria. Per questa tipologia di pazienti, a Latina, per la prima volta nel Centro-Sud Italia, è stato utilizzato un innovativo dispositivo, che è stato posizionata a livello cardiaco tramite l’utilizzo di un catetere inserito dall’arteria femorale, per dare il supporto necessario a un “cuore troppo debole” per essere curato”.

Il paziente ha avuto una rapida ripresa.

26 maggio 2023
© Riproduzione riservata

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