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Lazio. Potenziata rete per Alzheimer in attuazione Piano nazionale demenze

La nuova configurazione prevede che le Unità valutative Alzheimer (Uva) saranno trasformate in Centri diagnostico specialistici e Centri esperti territoriali. "L'obiettivo è fornire - ha spiegato Zingaretti - maggiore sostegno alle famiglie e rafforzare le risorse del paziente".

26 DIC - Le Unità valutative Alzheimer (Uva) saranno trasformate in Centri diagnostico specialistici e Centri esperti territoriali più adeguati ad affrontare il problema delle demenze, nell’ottica di un consolidamento della rete socio-sanitaria territoriale al servizio delle persone non autosufficienti, anche di quelle anziane. Questo il processo di riorganizzazione avviato dalla Regione Lazio con l’approvazione del decreto firmato dal presidente Nicola Zingaretti in qualità di Commissario per il piano di rientro sanità ed in attuazione del piano nazionale sulle demenze.

Le demenze rappresentano una delle principali cause di morte negli ultrasessantacinquenni nei paesi occidentali, sono fonte di gravi disabilità in età avanzata, influenzando profondamente la qualità della vita del paziente e dei suoi familiari, l’autonomia nelle attività quotidiane e la sopravvivenza. Nella Regione Lazio si stimano circa 86.000 persone affette da questa patologia, la metà da Malattia di Alzheimer. L’incidenza aumenta con l’età ed il numero dei soggetti affetti tende a lievitare ogni anno, in relazione al progressivo invecchiamento della popolazione. Nel Lazio si stimano circa 14.200 nuovi casi l’anno.

“Questo provvedimento punta a fornire maggiore sostegno alle famiglie e a rafforzare le risorse del paziente; con la riorganizzazione dei centri per le demenze - spiega il Presidente Zingaretti - si punta a far crescere l’integrazione e il coordinamento delle diverse strutture assistenziali, dei diversi operatori sociosanitari e dei medici di medicina generale, nonché dei familiari”.

La demenza, in quanto malattia cronica, è un esempio classico della necessità di un approccio multidisciplinare e di una forte integrazione sociosanitaria, poichè le diverse fasi della malattia richiedono interventi personalizzati e diversificati, sia sul versante strettamente sanitario (terapia farmacologica e non farmacologica, riattivazione cognitiva, riabilitazione motoria) sia sociale con i Centri diurni Alzheimer (assistenza domiciliare e sostegno alle famiglie).

26 dicembre 2014
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