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Unificazione “Ifo-Inmi”. Anche Cisl, Fassid e Fesmed proclamano lo stato di agitazione. Ma per tutti e tre gli Irccs romani

I sindacati lo hanno annunciato oggi in una lettera inviata ai vertici della Regione. La fusione dei tre Irccs rischia di far venire meno la specificità dei singoli Istituti. "La sensazione è che vi sia la volontà precisa di mortificare e asfissiare i soli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico pubblici del Lazio". LA LETTERA

17 MAR - Come anticipato nella giornata di ieri, oggi anche Cisl Medici, Fassid Area Snr e Fesmed hanno pubblicato una lettera, indirizzata ai vertici della Regione Lazio, nella quale proclamano lo stato di agitazione dei lavoratori dell'Ifo e dell'Inmi di Roma contro la decisa fusione dei tre Irccs.

Il timore dei sindacati è quello che le specificità e i compiti istituzionali previsti dalla legge che regola il funzionamento e l’organizzazione degli Irccs possano essere subordinati ai parametri previsti dalla legge Balduzzi, elaborati per l’assistenza ospedaliera generalista. "La riorganizzazione emersa dal confronto fra il Commissario straordinario e i preposti organismi regionali - si legge nella lettera - priva strutture chiave di quella forza apicale necessaria in qualsiasi processo produttivo per mantenere livelli quali quantitativi degni di Istituti di ricerca scientifica di rilevanza Nazionale".

Tutto questo, in strutture "già provate" da anni di piano di rientro e blocco del turn over, rischierebbe di danneggiare la produttività "condannando gli istituti alla irrilevanza nazionale e internazionale", solo per ottenere un "insignificante" risparmio in termini economici.
 
"In particolare - proseguono i sindacati - si contesta la scelta 'strategica' di privare della qualifica di struttura complessa reparti come la Diagnostica per Immagini INMI, la Medicina Nucleare IRE e l’Anatomia Patologica INMI che rivestono un ruolo cruciale e insostituibile nella gestione clinica del paziente. Per non dire della Farmacia, che gestisce per l’intera regione Lazio l’erogazione di farmaci innovativi ed estremamente costosi, la cui attenta e motivata apicalità consentirebbe reali contenimenti dei costi regionali. Il San Gallicano, unico fra gli istituti Scientifici pubblici del Lazio nonostante la condizione di positività di bilancio, viene penalizzato e rischia di essere cannibalizzato da una grande analoga struttura di diritto privato".

"La sensazione - conclude la lettera - è che, mentre gli istituti privarti accreditati e gli IRRCS di diritto privato sono liberi di investire e quindi di ricevere con la loro produttività rinnovate consistenti flussi di fondi regionali, questo ultimo colpo, che equipara l’organizzazione degli IRCCS, con tutto il rispetto, a quella dell’ospedale di Formia, realizzi la volontà precisa di mortificare e asfissiare i soli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico pubblici del Lazio". 

17 marzo 2015
© Riproduzione riservata

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