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Lazio. Intervista a Zingaretti. “In 24 mesi abbiamo fatto per la sanità ciò che non era riuscito a nessuno negli ultimi 10 anni”. “I nuovi tagli mettono a rischio il Patto per la Salute”

Il Presidente spiega che "per la prima volta nel 2014 il disavanzo si attesterà al di sotto di quel 5% del fondo sanitario regionale, premessa indispensabile perché entro la fine del 2015 si possa uscire dal commissariamento". Ma teme gli effetti dell'intesa Stato Regioni: "In questo momento operare dei tagli in un settore come quello della salute è rischiosissimo. Rischiano ti toglierci le forze per arrivare al traguardo"

31 MAR - "Dopo aver rimesso a posto i conti, riformiamo le articolazioni del sistema sanitario regionale. Stiamo ponendo le basi indispensabili per poter progettare la stabilizzazione dei precari e far ripartire i concorsi". Questa la rotta tracciata dal governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, che garantisce: "Il disavanzo del 2014 si attesterà sui 300 milioni, la metà di quello certificato nel 2013 e per la prima volta da sempre direi, al di sotto di quel 5% del fondo sanitario regionale, premessa indispensabile perché entro la fine del 2015 si possa uscire dal commissariamento".
 
Per costruire un nuovo equilibrio tra ospedale e territorio "puntiamo soprattutto sul rilancio delle cure primarie, con particolare riferimento alla medicina generale. Ma avverte: "Con l'intesa Stato-Regioni ci vengono tolti 700 milioni non sono uno scherzo, ma un colpo duro che questa Giunta dovrà affrontare rimboccandosi le maniche".
 
Anche durante quest’inverno i Pronto soccorso laziali hanno affrontato una pesante emergenza, con barelle addensate lungo i corridoi e pazienti costretti ad attese lunghissime. Molti sindacati sostengono che, al netto dei picchi influenzali a del caso Fluad, i problemi strutturali restano e, anzi, sembrano peggiorare: progressiva contrazione dei posti letto e personale ridotto all’osso. Come pensa di risolvere queste criticità? Si sente di garantire che il prossimo anno la situazione migliorerà?
La situazione di sofferenza all’interno dei Pronto Soccorso a causa dell’epidemia influenzale è stata vissuta da molte regioni italiane come Piemonte, Liguria, Campania, Emilia Romagna e Lombardia. Il Lazio è stata una delle regioni più colpite dall'epidemia influenzale. Quest’anno il periodo epidemico, che è iniziato a metà dicembre, ha raggiunto il suo picco stagionale nella prima settimana di febbraio. In base al trend attuale, alla fine della stagione influenzale saranno circa 800.000 i cittadini del Lazio colpiti. A rendere ancora più difficile la gestione di quella che è stata una delle tre peggiori epidemie influenzali degli ultimi 15 anni, si è aggiunto il calo delle vaccinazioni, di circa il 20% rispetto all’anno scorso, causato dalla temporanea sospensione del vaccino antinflenzale Fluad da parte dell'Agenzia Italiana del Farmaco. Per quanto riguarda la situazione dei pronto soccorso si registra negli ultimi anni un leggero ma costante decremento degli accessi che sono passati da oltre un milione e 900mila del 2012 a un milione e 800 mila del 2013. A novembre 2013 sono state emanate specifiche direttive alle Direzioni della aziende sanitarie per contrastare il fenomeno e contestualmente è stato attivato un monitoraggio degli accessi in PS con una ricchezza di informazioni unica in Italia.

Lo scorso novembre ha firmato il decreto che stabilisce i parametri per la riorganizzazione della rete ospedaliera. Su che basi ha impostato le principali linee di intervento? Gli effetti del piano sono già visibili?
Nell’ultimo provvedimento di riordino della rete ospedaliera (DCA 412/2014) emerge chiaramente la scelta fatta di aumentare e non ridurre l’offerta di posti letto in area critica, medica e della post-acuzie medica, nel rispetto dello standard del 3,7 x 1.000 stabilito a livello nazionale. C’è stato un incremento del 10% dei posti letto di lungodegenza medica, un incremento del 4% dei posti letto di area medica (da 4.851 a 5.053); un incremento del 22% dei pl in medicina d’urgenza ( da 348 a 427); ed un incremento del 13% dei posti letto di terapia intensiva (da 500 a 565). Contestualmente alla programmazione dell’area ospedaliera, la Regione Lazio ha avviato un profondo processo di riorganizzazione del territorio con l’apertura di 5 Case della Salute, che diverranno 15 entro la fine dell’anno in corso. Si tratta di strutture polifunzionali in grado di assicurare la presa in carico territoriale delle cronicità. La nostra strategia prevede il rilancio delle cure primarie, con particolare riferimento alla medicina generale. Con il recente accordo “Per la riorganizzazione dell’assistenza territoriale e la medicina di iniziativa”, in attuazione del Protocollo di intesa del 23 luglio 2014, si è avviato il rilancio delle cure primarie con particolare valorizzazione delle medicina generale. Da dicembre a Roma sono aperti 17 studi medici per la copertura dell’assistenza territoriale anche nei giorni di sabato, domenica e festivi.

Sono già operative alcune Case della Salute e i poliambulatori aperti anche week end e festivi. Può tracciare un bilancio dei primi mesi di attività? Registrato uno snellimento degli accessi negli ospedali grazie a questo potenziamento dell’assistenza territoriale?
La nuova rete di assistenza punta moltissimo sulle Case della Salute e sugli ambulatori medici aperti anche nei giorni festivi. Abbiamo lavorato sin dall’inizio per creare una rete di assistenza sociosanitaria di cure primarie e di continuità assistenziale territoriale che permettesse ai cittadini di disporre sette giorni su sette dei principali servizi. Sono cinque finora quelle già attive, una a Roma (in via Fra’ Albenzio) e quattro nel Lazio: Magliano Sabina (Rieti), Rocca Priora (Roma), Sezze (Latina) e Pontecorvo (in provincia di Frosinone). A breve ne saranno attivate altre due a Roma , mentre nella Roma C presso il complesso del S.Caterina è stato attivato un centro See and Treat. Si tratta di strutture che offrono servizi di primo intervento, ambulatori attrezzati, garantiscono attività ambulatoriali specialistiche e la presa in carico dei pazienti con patologie croniche e degenerative con l’attivazione di reparti a conduzione infermieristica. A fianco delle Case della Salute, sono attivi 18 ambulatori gestiti dai medici di medicina generale , aperti nei week end, nei festivi e nei prefestivi, dalle 9 alle 19, utili e in alcuni casi indispensabili a filtrare gli accessi impropri al pronto soccorso. Ad oggi questo circuito ha fatto registrare oltre 11 mila accessi un successo oltre ogni previsione. La rivoluzione nel Lazio è iniziata.
 
Lei ha più volte annunciato che entro la fine del 2015 la sanità laziale uscirà dal Pano di rientro. Come procede l’iter? Quali saranno i primi effetti tangibili di questa svolta? 
Il disavanzo del 2014 si attesterà sui 300 milioni, la metà di quello certificato nel 2013 e per la prima volta da sempre direi, al di sotto di quel 5% del fondo sanitario regionale, premessa indispensabile perché entro la fine del 2015 si possa uscire dal commissariamento, che è il nostro obiettivo. A breve entreranno in vigore gli Atti aziendali che danno configurazione e missione di ogni singola azienda. Dopo aver rimesso a posto i conti, riformiamo le articolazioni del sistema sanitario regionale. Stiamo ponendo le basi indispensabili per poter progettare la stabilizzazione dei precari e far ripartire i concorsi. Abbiamo fatto in poco più di 24 mesi ciò che nessuno aveva fatto negli ultimi 10 anni. E di tutto questo non possiamo che essere orgogliosi.

La recente intesa Stato-Regioni prevede che i tagli chiesti alle Regioni dalla Legge di Stabilità verranno assorbiti bloccando l’aumento del Fsn per il 2015. Qual è stata la sua posizione nell’ambito della lunga dialettica di questi mesi? Come giudica la scelta? Non si rischia di mettere a rischio un’efficace attuazione del Patto per la Salute?
Sì, ne sono convinto, in questo momento operare dei tagli in un settore come quello della salute è rischiosissimo. La Regione Lazio sta uscendo dal commissariamento: toglierci le forze necessarie per arrivare al traguardo, che noi vedremo alla fine del 2015, può allontanare un obiettivo ormai quasi raggiunto, grazie a un grande sforzo. Settecento milioni di euro in meno non sono uno scherzo, sono un colpo duro che questa Giunta dovrà affrontare rimboccandosi le maniche. Per l’ennesima volta. Credo che potremmo comunque farcela perché stiamo lavorando nella giusta direzione. Il tavolo tecnico interministeriale proprio nei giorni scorsi al termine della consueta verifica trimestrale sull’applicazione delle misure previste dal piano di rientro, ha deciso lo sblocco di 740 milioni. Di questi ben 500 derivano da risorse trattenute per inadempienze degli anni 2011/12, 240 invece derivati dell’extragettito 2014. Per la sanita del Lazio è un risultato storico che permette di guardare al futuro se non con maggiore tranquillità, visti i tagli al fondo sanitario nazionale, certo con minore ansia. 
 
Gennaro Barbieri

31 marzo 2015
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