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Infezioni ospedaliere. Assobiomedica: “Con interventi appropriati si potrebbero ridurre della metà”. Risparmi fino a 500mila euro a ospedale

Un convengo nel Lazio. “Il fenomeno potrebbe pesare fino a 1 miliardo di euro sulla Sanità italiana”. Per prevenirle servono buone pratiche cliniche, l’utilizzo di tecnologie mediche appropriate e la messa a punto di adeguati meccanismi di controllo e di processo. Anche da parte degli operatori sanitari.

16 APR - In Italia ogni anno 500mila pazienti sviluppano un’infezione collegata all’assistenza ospedaliera e circa 2mila decessi sono direttamente riconducibili a questo tipo di problema. Le infezioni ospedaliere rappresentano sempre più una crisi sanitaria che richiede una gestione preventiva e adeguata. Si tratta di un problema che potrebbe pesare fino a 1 miliardo di euro sulla Sanità italiana, quando il 20-30% di infezioni potrebbe essere prevenuto con l’attuazione di buone pratiche cliniche, l’utilizzo di tecnologie mediche appropriate e la messa a punto di adeguati meccanismi di controllo e di processo, anche da parte degli operatori sanitari. Questi, in sintesi, i temi affrontati oggi nell’ambito del convegno “Il valore economico e sociale della qualità in Sanità. Prevenzione e gestione delle infezioni nell’esperienza della Regione Lazio”, organizzato dal Consiglio regionale del Lazio in collaborazione con Assobiomedica.
 
“Per rendere i nostri ospedali più sicuri – ha spiegato Rodolfo Lena, presidente della commissione Salute - è fondamentale promuovere una cultura indirizzata a capire come e perché si sbaglia. Assunto che l’errore è ineliminabile, è opportuno che ogni organizzazione sanitaria si attivi al fine di ridurre al minimo la possibilità che si verifichino danni al paziente così come agli operatori sanitari. E’ pertanto importante – ha aggiunto Lena - che le esperienze positive vengano diffuse e condivise in modo da assicurare a qualsiasi cittadino, operato in qualsiasi struttura sanitaria, eguali livelli di sicurezza. Dobbiamo far leva sul fatto che le tecnologie e le competenze necessarie esistono: il salto di qualità può arrivare solo da una adeguata e competente regia di sistema, di cui la Regione Lazio si sta facendo e si farà carico con il prezioso apporto di professionisti e associazioni”.
Lena ha quindi richiamato i contenuti della determina del primo aprile 2014 che ha approvato le linee guida regionali per la stesura del Piano di risk management, contenenti uno stringente cronoprogramma rivolto alle aziende sanitarie e ospedaliere del Lazio.
 
“Per evitare una gestione tardiva delle infezioni e la resistenza alla terapia antibiotica è sempre più urgente – ha dichiarato Luigi Boggio, presidente Assobiomedicali di Assobiomedica - un approccio coordinato e preventivo tra reparti, ma anche tra strutture sanitarie e Regioni, volto ad avviare in maniera omogenea politiche sulla prevenzione dei rischi; formazione del personale sulle pratiche di controllo delle infezioni; utilizzo di metodiche e dispositivi appropriati per la pulizia, l’igiene e la disinfezione delle apparecchiature. Ciò significherebbe un risparmio annuale stimato di più di 500mila euro per struttura ospedaliera, oltre a una riduzione del 50% delle infezioni nosocomiali. “Alcune recenti esperienze di prevenzione e gestione delle infezioni in Regione Lazio – ha proseguito Pasquale Mosella, presidente Assodiagnostici di Assobiomedica - hanno dimostrato che la qualità è efficienza e che l’innovazione è risparmio: investire in prevenzione oggi significa minori complicanze e gestione delle cronicità domani”.
 
Le best practice della Regione Lazio
Il Piano annuale di risk management (PARM) approvato nel 2014 - ha affermato Nicola Petrosillo -Direttore UOC Infezioni Sistemiche e dell’Immunodepresso dell’Irccs Spallanzani di Roma -  si inserisce in una più ampia azione sistemica fatta di valutazione dei principali processi, analisi del rischio, promozione e implementazione di linee guida, procedure e istruzioni operative. Viene individuata la figura del risk manager e inserito, in sede di definizione del budget annuale, il raggiungimento dei seguenti obiettivi: utilizzo nelle UUOO assistenziali della Scheda Unica di Terapia; contenimento delle infezioni correlate all'assistenza (ICA). Inoltre, è promosso un corso aziendale sulla sicurezza delle cure; vengono individuati per ogni UO due "facilitatori"; si stabilisce, tra l'altro, la sistematica analisi degli "eventi sentinella".
L'Istituto Spallanzani è inoltre responsabile del CRIPA (Centro Regionale per il controllo delle infezioni associate alle procedure assistenziali). 
 
“Partendo da un utilizzo di materiale in alcune sale operatorie non conforme alla normativa in vigore (UNI EN13795) e dalla necessità di una razionalizzazione della spesa, nonché di una standardizzazione delle procedure, si è stabilita la conversione totale in tutte le sale al tessuto non tessuto (TNT) con una gara aggiudicata nel 2010, che ha previsto, tra l’altro, un adeguato periodo di training agli operatori sul corretto utilizzo dei nuovi materiali”. Ha detto Susanna Sodo - Direzione Sanitaria - Ufficio Qualità ,Policlinico Umberto I che ha evidenziato come “al fine di garantire il corretto svolgimento del servizio, è in uso un software web based che permette di gestire le informazioni online 24 ore su 24. Solo le persone autorizzate possono effettuare tale attività attraverso un accesso protetto da una combinazione username/password assegnata a ciascun utente.Attraverso il software dedicato è possibile avere un controllo della spesa presunta; una corretta allocazione dei costi mirata su ogni unità operativa; elaborazioni statistiche. Il sistema web based consente alle figure professionali autorizzate di redigere statistiche personalizzate in tempo reale: per esempio è possibile visualizzare gli interventi chirurgici divisi per tipologia e per sala operatoria effettuati in un periodo di tempo prefissato. In questo modo il materiale viene fornito ai reparti in giorni prestabiliti e riposti in un armadio in dotazione del sistema. Il vantaggio consiste principalmente nel fatto che non occorre più controllare se un tipo di merce è in esaurimento. Il giorno del rifornimento, operatori qualificati integrano i prodotti consumati. Viene così rifornita la sala operatoria in maniera mirata ed il solito ripetuto accaparramento decade, così è cancellato il fenomeno della merce scaduta e degli sprechi. Finora è stata portata a termine una razionalizzazione del numero di custom pack da 132 a 84 unità”.
 
“Dal 2001 è attivo un progetto di sorveglianza integrata  - ha dichiarato Marcello Meledandri - Direttore laboratorio di microbiologia San Filippo Neri, Presidente SIMPIOS - che prevede, in ambito microbiologico,  report semestrali - per area e per reparto - su possibili eventi infettivi, microrganismi e resistenze antibiotiche; sorveglianza quotidiana su alert organism e sospette epidemie; analisi on demand per supportare i GO-CIO, gli audit e la redazione di nuovi protocolli/linee guida interne; produzione annuale dell’antibiogramma cumulativo per supportare la terapia empirica; report integrati con la Farmacia (per studiare la pressione selettiva antibiotica) e il SIO (per studiare la mortalità microrganismo-associata); flusso informativo verso le banche dati Micronet ed EARS-Net e relativo benchmarking. Dal 2002, inoltre, presso la direzione sanitaria di presidio, è attiva la sorveglianza infermieristica delle infezioni correlate all'assistenza (ICA) in area intensiva, con rilevazione quotidiana (ICI) delle infezioni correlate all’assistenza.
La farmacia dell’azienda, a sua volta, effettua report semestrali - per area e per reparto – su antimicrobici e disinfettanti, con analisi dei consumi e dei costi. Previsto anche il controllo dell’aderenza prescrittiva alle linee guida interne, con analisi periodica delle schede di prescrizione (antibiotici sottoposti a controllo regionale) e revisione periodica dei prontuari. L’ospedale San Filippo Neri detiene infine un database dedicato a isolamenti associati a infezioni nosocomiali riconosciute”.
 
Fonte: Ufficio stampa Assobiomedica

16 aprile 2015
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