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Lazio. Ordine medici di Roma e sindacati uniti: “Così non va. Vogliamo essere ascoltati. A partire dal See and Treat”

Ieri Consiglio straordinario dell’Ordine capitolino allargato a tutte le organizzazioni sindacali di categoria. “Stanchi della mancata attenzione alle nostre istanze”. Lala: “Uniti contro chi alimenta contrapposizioni tra le professionalità”

16 GIU - “Intervenire presso la Regione Lazio e le altre sedi istituzionali per portare la voce e una richiesta precisa di tutto il mondo medico, quella di dare finalmente attenzione e seguito alle istanze che provengono da chi ogni giorno si confronta in prima linea con le esigenze dei pazienti e con una dura conflittualità. “Così non va. I medici sono stanchi. Vogliamo essere ascoltati”. È questo il mandato ricevuto ieri dall’Ordine provinciale dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri di Roma da parte di tutte le rappresentanze delle varie realtà in cui operano i camici bianchi della Capitale.
 
Un malessere dell’intera categoria per molte scelte fatte a livello politico e amministrativo che il presidente dell’Ordine, Roberto Lala, ha così riassunto: “Una situazione lavorativa sempre più scadente, con una qualità in ribasso, che si riflette sulla qualità della salute dei cittadini. Una situazione di conflitto crescente che comporta un aumento di rischi sia per i medici sia per i pazienti. Si deve ritrovare dignità sui luoghi di lavoro e rispetto per la salute dei cittadini”.
 
Una delle criticità al centro dei vari interventi è stata la ormai nota questione legata all’ambulatorio “See and Treat” attivato dall’ASL-RMC presso il Presidio Sanitario Integrato Santa Caterina della Rosa, già oggetto nei giorni scorsi di prese di posizione contrapposte tra Ordine e Collegio degli Infermieri (IPASVI), di un inconcludente incontro con i vertici della Regione e, da ultimo, di un ricorso al TAR Lazio avverso l’istituzione di tale servizio. Ma non solo questa: sul tavolo anche le mancate risposte della stessa Azienda alle richieste di chiarimento sulle dimissioni a pagamento - attuate durante un presunto picco influenzale nella scorsa stagione invernale -  e sul cosiddetto “Progetto Gianni”.
 
Lala su questi punti ha precisato due aspetti ritenuti fondamentali: “Il primo è che non è pensabile di derogare alle competenze del medico affidandole ad altre professionalità, il secondo che da parte nostra non c’è alcuna volontà di confliggere con il mondo infermieristico, con cui, anzi, vogliamo e dobbiamo lavorare sinergicamente e sempre più in armonia”. A tale proposito il presidente dei camici bianchi capitolini ha definito quella del “See and Treat” una sorta di “provocazione” da parte dei vertici dell’ASL-RMC, che ha innescato una dannosa contrapposizione tra professionalità: “Ci sono logiche dietro a questa vicenda che non fanno gli interessi dei pazienti e di chi, medici e infermieri, deve tutelare la loro salute”.
 
Al termine del Consiglio straordinario, con le rappresentanze sindacali sono state decise anche alcune iniziative congiunte con l’Ordine di Roma, finalizzate a ribadire proprio la necessità di massima collaborazione tra tutte le categorie che operano in ambito sanitario, nell’esclusivo interesse della salute pubblica, portando avanti, contestualmente, una campagna contro chi strumentalizza le diverse professioni per creare conflittualità e divisioni.
 
Quali esponenti delle varie sigle di categoria sono intervenuti: Paolo Antonucci (Cosips), Pier Luigi Bartoletti (Fimmg), Stefano Battista (Fesmed), Roberto Bonfili (Uil Fpl), Bruno Cesare Brassetti (Cimo), Francesco Cammareri (Cimo), Stefano Canitano (Fassid Snr), Domenico Carnì e Paolo Palombo (Anpo-Ascoti-Fials Medici), Luciano Cifaldi (Cisl Medici), Guido Coen Tirelli (Anaao), Valeria Covacci (Cimo Cosip), Giancarlo Della Santi (Cimo), Patrizia Di Berto (Fpcgil Medici), Giuseppe Di Donna (Snami), Massimo Gasperini (Cgil), Polselli Gianmarco (Smi), Giorgio Lodolini (Sumai), Stefano Mele (Fp Cgil Medici Roma-Lazio), Francesco Nardacchione (Fvm-Smi), Giuseppe Nocita (Sumai Dir. Med.).

16 giugno 2015
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