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Lazio. Dal 18 al 19 settembre Ariccia diventa la capitale della tiroide

Il workshop di due giorni è organizzato dall’Associazione Medici Endocrinologi, e dall’Ospedale Regina Apostolorum di Albano Laziale, con il contributo incondizionato di IBSA Farmaceutici. I pazienti in terapia sostitutiva con l’ormone della tiroide sono stimati intorno al 3% della popolazione ed hanno un’età media di 40 anni.

17 SET - “I pazienti in terapia sostitutiva con l’ormone della tiroide (levotiroxina) sono stimati intorno al 3% della popolazione", spiega Enrico Papini, Direttore UOC Endocrinologia e Malattie Metaboliche, Ospedale Regina Apostolorum di Albano Laziale, l’età media dei pazienti è di circa 40 anni, e questo significa che la terapia prescritta condizionerà il loro benessere, mediamente, per quasi 40 anni. Gli ormoni che determinano il buon funzionamento della tiroide sono la T3 (triiodiotironina) e la T4 (tetraiodiotironina). Le linee guida per il trattamento dell’ipotiroidismo prevedono, di regola, l’impiego del solo ormone LT4 in quanto capace di convertirsi, in parte, in T3 a livello dei tessuti.
 
Tuttavia, nella pratica clinica, alcuni pazienti lamentano, durante il trattamento con sola LT4, sintomi tipici dell’ipotiroidismo come depressione, cambiamenti dell’umore, stanchezza, anche in presenza di valori del TSH nella norma e che in teoria non dovrebbero accusare. Tali problemi appaiono più frequenti nelle persone che hanno subito l’asportazione completa della tiroide. Per queste persone, una volta escluse altre cause del loro malessere, potrebbe esserci in un futuro una novità. In questi casi, infatti, si è osservato che aggiungere una dose minima di T3 può portare al ristabilirsi del benessere nel paziente. Gli esperti, nazionali e internazionali, si stanno interrogando con molta prudenza poiché le evidenze sul trattamento combinato, seppure non manchino, non sono conclusive perché non esistono, ad oggi, studi sufficienti a confermare gli effetti benefici della T3 per i pazienti ipotiroidei. Sarà necessario organizzare studi multicentrici che coinvolgano un grande numero di pazienti, condotti in modo controllato, per chiarire l’effettiva efficacia della terapia combinata T4/ T3 e per valutare se questa porterebbe ad un effettivo miglioramento nel paziente ipotiroideo con benessere insoddisfacente.
 
Del benessere delle persone con malattie della tiroide si parla al workshop “3^ Thyroid UpToDate 2015 – Linee Guida vs Pratica Clinica: consensi e controversie” promosso da AME, Associazione Medici Endocrinologi, e dall’Ospedale Regina Apostolorum di Albano Laziale, con il contributo incondizionato di IBSA Farmaceutici, che si terrà ad Ariccia il 18 e il 19 settembre p.v. e al quale parteciperanno numerosi esperti italiani e internazionali.
 
“La levotiroxina - afferma Salvatore Maria Corsello Professore di endocrinologia all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma - è uno dei farmaci più somministrati al mondo e la terapia è semplice se effettuata in mani esperte, dal momento che è necessario personalizzare i dosaggi: la dose dipende da molti fattori come età, sesso, quantità di massa magra, condizioni quali la gravidanza ma anche eventuali altri farmaci assunti, cibo e intolleranze che possono interferire con il suo assorbimento. Alcuni recenti contributi nel campo della farmacologia consentono ora di ricorrere a nuove soluzioni terapeutiche, come l’impiego dell’ormone tiroideo in soluzione liquida o in capsule molli che possono garantire un miglior assorbimento del principio attivo e una migliore aderenza del paziente alla terapia grazie alla facilità di assunzione”.

17 settembre 2015
© Riproduzione riservata

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