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Lazio. La denuncia Cimo: “Preoccupati in vista del Giubileo. La sanità regionale è disastrosa”

Il segretario regionale Lavra evidenzia al presidente Zingaretti che “è stato un errore grave concentrare nei soli Pronto soccorso le risorse che sarebbe stato meglio destinare per potenziare i servizi ospedalieri di Roma. Così si è solo creato ulteriore sovraffollamento senza aumentare la capacità ricettiva degli ospedali”. E poi su spese e investimenti: “Chiediamo subito dei chiarimenti”

26 OTT - “Lazio maglia nera per il deficit della Sanità regionale: risorse sprecate e investite in modo sbagliato, medici inascoltati e continue inefficienze. Chiediamo subito dei chiarimenti”.
A lanciare l’allarme è il Segretario Regionale CIMO Lazio, Giuseppe Lavra, alla luce dei dati diffusi dall’Agenas sul deficit sanitario del 2014, che evidenziano come la Regione sia tornata ai livelli del 2011 superando i 700 milioni di euro.

“Una cifra spaventosa – spiega Lavra - che supera persino il deficit lasciato in eredità da Renata Polverini, ma che CIMO Lazio si aspettava, avendo espresso già in passato molti dubbi sulla gestione della sanità regionale. Adesso però vogliamo capire come sono state investite le risorse che hanno portato a questo disastro”.

Per il Segretario CIMO la situazione è “sconfortante, perché le risorse reali che sono state destinate ai servizi essenziali negli ultimi anni, tra mezzi strumentali e risorse umane, sono progressivamente e drammaticamente diminuite per il blocco del turn over e il depauperamento dei posti letto. La mancanza di fondi ha persino costretto molte strutture, che dovrebbero fornire servizi essenziali, ad arrangiarsi con strumenti di lavoro obsoleti e turni massacranti per il personale”.

Secondo Lavra, “a contribuire allo scandaloso deficit potrebbero essere state, oltre all’aumento degli sprechi negli ospedali (circa del 30%), l’istituzione illegittima e improduttiva di una serie di strutture e servizi tanto pubblicizzati da Zingaretti, come i reparti a conduzione infermieristica negli ospedali per acuti, le Case della salute e gli ambulatori attivi nei giorni festivi, che nulla hanno prodotto in termini reali. Inoltre, le 9 aziende presenti in Roma Capitale hanno incrementato il loro deficit con un ingiustificato aumento della spesa, generata in modo da apparire poco trasparente e inserita nel “capitolone” beni e servizi. Aziende che generano circa il 90% dell’intero deficit regionale. Come spiegare altrimenti che un trapianto di cuore all’Ospedale S. Camillo di Roma costa 80.000 euro mentre all’Ospedale Civile di Ancona ne costa 45.000?”.

“I medici hanno chiesto numerose volte un confronto con la Regione, mettendo a disposizione le loro competenze, ma sono rimasti inascoltati. E questo è il risultato, sottolinea CIMO Lazio. 
Tra i problemi principali che preoccupano, anche in vista dell’imminente Giubileo, prosegue Lavra, “ci sono la piaga del precariato, che nel Lazio ha raggiunto livelli allucinanti e l’incongrua gestione dei Pronto soccorso-Dea; mancano poi i posti letto destinati alla gestione appropriata del fine vita e delle cure palliative, e sarebbe necessario migliorare la gestione dei pazienti di post acuzie, pretendendo dai privati accreditati la stessa appropriatezza di gestione dei pazienti richiesta alle strutture pubbliche”.

CIMO Lazio avverte il Commissario Zingaretti che “è stato un errore grave concentrare nei soli Pronto soccorso le risorse che sarebbe stato meglio destinare per potenziare i servizi ospedalieri di Roma. Così si è solo creato ulteriore sovraffollamento senza aumentare la capacità ricettiva degli ospedali. E con l’enorme afflusso di pellegrini e prevedibilmente di molti anziani nei prossimi mesi, la nostra sanità andrà al collasso a causa di queste politiche sbagliate.”

26 ottobre 2015
© Riproduzione riservata

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