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Cooperativa Capodarco. Cgil, Cisl e Uil: “Duemila lavoratori a rischio. Urge intervento Regione per stop a decisioni unilaterali delle Asl”

I sindacati in una nota congiunta sottolineano di aver più volte avanzato richieste d'incontro alla Regione, senza essere state a tutt'oggi ancora convocate. Il fine dell'incontro è individuare i percorsi possibili a tutela dei circa 2000 lavoratori e delle loro retribuzioni impiegati nella Cooperativa Capodarco e in quelle ad essa collegate. La crisi iniziata il primo dicembre scorso con l’interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura di Roma.

23 DIC - "Come CGIL, CISL e UIL abbiamo più volte avanzato richieste d’incontro alla Regione Lazio  che a tutt’oggi non ci ha ancora convocato per individuare tutti i percorsi possibili a tutela dei circa 2000 lavoratori e delle loro retribuzioni impiegati nella Cooperativa Capodarco e in quelle ad essa collegate", fanno sapere in una nota congiunta le tre maggiori sigle sindacali.

"Una situazione - proseguono - di crisi iniziata il primo dicembre scorso con l’interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura di Roma, che rischia di avere conseguenze pesantissime a partire dal 1 gennaio prossimo per molti lavoratori impiegati nei servizi CUP di alcune ASL del Lazio. Il prossimo 31 dicembre, infatti, scadranno gli appalti per la gestione del servizio CUP delle ASL di Latina e della RME e del complesso ospedaliero IFO, ma a tutt’oggi la Regione Lazio, salvo l’intervento nella ASL di Latina,  non ha dato alcuna indicazione sulle modalità di prosecuzione dei servizi. Così si rischia di creare notevoli disagi per i cittadini che ricadono nelle ASL indicate".

"In assenza di una direttiva da parte della regione - proseguono i sindacati-, ogni ASL sta procedendo autonomamente, adottando provvedimenti diversi fra loro. La ASL di Latina, ad esempio, aveva pubblicato una procedura ristretta ad inviti che doveva concludersi il 29/12, rientrata per l’intervento della Regione Lazio che ha bloccato il tutto in attesa della gara unica regionale, mentre la ASL RME sta chiedendo di anticipare il passaggio di circa 230 lavoratori, quando ad oggi la stessa ASL non ha ancora fornito il piano completo dei servizi e il totale delle ore da svolgere alla società subentrante. Una situazione che potrebbe comportare un taglio delle ore per tutti questi lavoratori dal 20 al 30 per cento circa; un vero dramma sociale dal momento che uno stipendio medio mensile full-time è di 900 euro".

"Una situazione estremamente confusa - concludono - che, ovviamente, non può garantire omogeneità sul territorio e sta determinando un effetto “spezzatino”, difficilmente gestibile e poco utile a cittadini e lavoratori. Questo atteggiamento, risulta essere in palese contraddizione con l’impegno sottoscritto dalla Regione stessa con le Organizzazioni Sindacali non più tardi di novembre scorso e che prevede la salvaguardia dei livelli occupazionali di tutto il personale attualmente impiegato nei servizi CUP della Regione, attraverso la ricollocazione di eventuali esuberi in servizi affini e di supporto ai CUP stessi. Per questo CGIL, CISL e UIL sollecitano un urgente incontro con i vertici della Regione Lazio invitando gli stessi ad attivare, tempestivamente, un tavolo di confronto come Cabina di Regia per il superamento dell’attuale crisi, anche alla luce delle nomine dei Commissari degli Appalti presso la Cooperativa Capodarco".
 
In assenza, saranno attivate tutte le forme di lotta a difesa e a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti a partire dalla ASL RM E.

23 dicembre 2015
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