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Lazio. Maltrattamenti disabili. Ipasvi: “Se coinvolti infermieri, non esiteremo a prendere adeguati provvedimenti”

Gli infermieri di Roma e provincia evidenziano che le responsabilità fin qui emerse “risultano ancor più abiette e ripugnanti in quanto perpetrate ai danni di bambini e ragazzi particolarmente fragili e indifesi, con un quadro clinico segnato da patologie neuropsichiatriche gravi come ritardo mentale, epilessia e sindromi genetiche”.

09 FEB - Dopo l’operazione dei Nas a carico di 10 persone accusate di maltrattamento aggravato e sequestro di persona di giovani pazienti affetti da patologie neuropsichiatriche, ospiti di un Centro di Riabilitazione con sede a Grottaferrata (Roma), gli infermieri di Roma e Provincia esprimono “sconcerto e riprovazione per gli odiosi reati”.

“Le immagini dei maltrattamenti subiti dai giovani pazienti della struttura, diffuse in queste ore con grande clamore mediatico da tutti i mezzi d'informazione – sottolinea una nota dell’Ipasvi Roma - colpiscono al cuore gli infermieri romani che ogni giorno, con abnegazione e spirito di sacrificio, dedicano le loro energie alla cura e all'assistenza di chi vive la fragilità della malattia o della disabilità”. Le responsabilità fin qui emerse a carico dei dieci indagati destinatari delle ordinanze di custodia cautelare “risultano ancor più abiette e ripugnanti in quanto perpetrate ai danni di bambini e ragazzi particolarmente fragili e indifesi, con un quadro clinico segnato da patologie neuropsichiatriche gravi come ritardo mentale, epilessia e sindromi genetiche”.

L’Ipasvi spiega che, qualora, all'esito delle verifiche in corso, tra gli operatori coinvolti in questa orribile storia risultassero degli infermieri, “a tutela dell'immagine pubblica della categoria e della professionalità dei suoi iscritti, questo Collegio non esiterà a procedere con provvedimenti disciplinari adeguati alla gravità del caso”. La comunità infermieristica, conclude la nota, “non può accettare che il comportamento criminale di qualcuno offuschi l'impegno di tanti professionisti che, con coscienza e umanità, svolgono ogni giorno un lavoro difficile nel rispetto del codice deontologico”.
 

09 febbraio 2016
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