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Caso Cucchi. Per la Cassazione “ingiustificabile l'inerzia dei medici”. E il processo si riapre

Depositate le motivazioni della sentenza con cui i giudici hanno annullato le assoluzioni dei cinque camici bianchi che avevano in cura il detenuto morto nel 2009, dopo una settimana di ricovero. Per la Cassazione la presenza di una “situazione complessa” “non può giustificare l'inerzia del sanitario o il suo errore diagnostico”.

10 MAR - I medici del policlinico romano 'Sandro Pertini' avevano una "posizione di garanzia" a tutela della salute di Stefano Cucchi e il loro primo dovere era diagnosticare "con precisione" la sua patologia anche in presenza di una "situazione complessa che non può giustificare l'inerzia del sanitario o il suo errore diagnostico". Così l’Ansa sintetizza le motivazioni dei Giudici della Corte di Cassazione alla sentenza n. 9831, depositate ieri dalla Quinta sezione penale, che ha annullato le assoluzioni dei cinque camici bianchi che avrebbero dovuto curare Cucchi, morto nel 2009 dopo una settimana di ricovero.

Con una sentenza di 57 pagine, i giudici hanno accolto solo in parte il ricorso del pm romano Mario Remus contro i proscioglimenti di tutti gli imputati emessi dalla Corte di Assise di Appello il 31 ottobre 2014. Il processo d'appello bis si riaprirà solo per i medici, non per i tre agenti della penitenziaria, nè per i tre infermieri.

E' di "manifesta illogicita'" - secondo i supremi giudici – la decisione con la quale la Corte di assise di Appello, "ha escluso di procedere ad un nuovo accertamento peritale" sostenendo che "non residuano aspetti delle condizioni fisiche di Cucchi che non siano stati già esplorati e valutati dagli esperti nominati". Secondo la Cassazione, un nuovo accertamento "per l'imponente mole del materiale probatorio acquisito agli atti" si sarebbe potuto svolgere sugli atti stessi, "giovandosi anche dei contributi forniti dai diversi esperti" e non può essere impedito dalla solo presunta - dai giudici dell' appello - "impossibilità di effettuare riscontri sulla salma di Cucchi".

Su questa morte, scrive il verdetto condividendo le parole usate nella sua requisitoria dal Pg Nello Rossi, non può esserci "una sorta di 'resa cognitiva'".

10 marzo 2016
© Riproduzione riservata

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