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Lazio. Pronto l’atto aziendale della Asl Roma 2. Perni organizzativi il dipartimento e l’area operativa. Tagliate del 5% le unità operative

L'azienda include 1856 posti letto per acuti e 236 di riabilitazione, per un totale di 2092. Le unità di personale nella dotazione organica sono 8354. Le modalità operative e di coordinamento dei servizi sono state modulate all'insegna di una logica di trasversalità ed omogeneità erogativa. Ancora da sciogliere i nodi relativi ai contratti con le cooperative, con molti lavoratori precari che rischiano di andare a casa, e alla nuova sede della direzione. L'ATTO AZIENDALE

15 MAR - E’ ormai definito l’atto aziendale della Asl Roma 2, la nuova struttura frutto dell’accorpamento tra le ex B e C che include circa 1,3 milioni di abitanti sotto la guida del direttore generale Flori Degrassi. Si articola in sei distretti sanitari territoriali e due Presidi Ospedalieri: il Sandro Pertini e il S. Eugenio/CTO Andrea Alesini. Sul territorio viene inoltre gestita, con proprio personale, l’attività assistenziale per le persone ristrette nel Polo Penitenziario Rebibbia. Nel complesso, all’interno della Asl, i posti letto per acuti sono 1856 e di riabilitazione 236 per un totale di 2092. Per quanto concerne la dotazione organica, l’azienda ha assorbito, al 1 gennaio 2016, 3774 risorse dalla ex Asl Roma B e 4580 risorse dalla ex Asl Roma C per un totale di 8354 unità. Come richiesto dalle linee guida regionali, viene applicato un taglio del 5% a tutte le unità operative, sia su base territoriale che ospedaliera: da 371 a 353.

Secondo quanto si apprende resta in bilico il futuro dei poco meno di 300 lavoratori che, tramite le cooperative (cui è probabile un taglio delle ore garantite), facevano riferimento alla Asl Roma C. I loro contratti, soprattutto per chi è a tempo determinato, una volta scaduti, rischiano di non venire rinnovati con molti lavoratori che potrebbero rimanere a casa dopo anni di lavoro precario 'all'interno' dell'Azienda. Altro nodo da sciogliere è quella legato alla futura sede della nuova Asl: le opzioni più accreditate indicano San Giovanni, ma l’atto aziendale riporta ancora le sedi delle direzioni delle vecchie Asl. Confermata, come già anticipato, la presenza di una Case della Salute in ogni distretto con l’obiettivo di coniugare un modello per intensità di cura con il potenziamento dell’assistenza territoriale. 

L’atto aziendale, con l’obiettivo di garantire un’integrazione orizzontale tra funzioni omogenee e di assicurare alla popolazione interessata le prestazioni sulla base di criteri di equità e di appropriatezza, ha individuato, nell’ambito delle strutture dell’organizzazione distrettuale, delle Aree operative omogenee, all’interno delle quali, vi è stata la condivisione di risorse e tecnologie anche attraverso percorsi clinico-diagnostici-terapeutico-assistenziali integrati, dove sono state definite le modalità di coordinamento dei servizi e le modalità operative, in una logica di trasversalità ed omogeneità erogativa. Tali aree sono: salute della donna e dell’età evolutiva; tutela della salute mentale e riabilitazione dell’età evolutiva; riabilitazione e presa in carico dell’utente disabile adulto; attività di screening e medicina preventiva; assistenza domiciliare; assistenza protesica; assistenza primaria e specialistica; residenzialità dell’anziano.

Il profilo organizzativo dell’azienda recepisce il Chronic Care Model (modello della Assistenza alla Cronicità) quale risposta coerente con la composizione della popolazione afferente ai propri distretti caratterizzata da patologie cronico degenerative ad eziologia multifattoriali, poli - patologie, alto indice di dipendenza e alta percentuale di popolazione over 65 anni. La direzione strategica ha inoltre individuato uno specifico strumento operativo che la letteratura denomina Expandend Chronic Care Model, cioè un Modello Allargato della Assistenza alla Cronicità, nel quale gli aspetti clinici sono integrati da quelli di sanità pubblica, quali la prevenzione primaria collettiva e l’attenzione ai determinanti della salute mentre gli outcome non riguardano solo i pazienti ma anche le comunità e l’intera popolazione. Allo stato attuale la Asl ha poi implementato: PDTA Diabete; PDTA BPCO (bronchite cronica ostruttiva); PDTA TAO (terapia anticoagulante orale); PDTA scompenso cardiaco.

Perno dell’organizzazione è il dipartimento che costituisce tipologia organizzativa e gestionale volta a dare risposte unitarie flessibili, tempestive, razionali ed esaustive rispetto ai compiti assegnati, nell’ottica di condivisione delle risorse. Il dipartimento, infatti, aggrega strutture organizzative omologhe, omogenee, affini o complementari che perseguono comuni finalità e, pur conservando ciascuna la propria autonomia clinica e professionale, sono tra loro interdipendenti nel raggiungimento degli obiettivi e nell’utilizzo delle risorse umane. E’ inoltre il luogo dove il Ciclo delle Performance trova reale concretizzazione. La direzione del dipartimento è assegnata ad un direttore di una Unità Operativa Complessa con la durata massima dell’incarico triennale. I dipartimenti individuati sono: salute Mentale; prevenzione; tutela delle fragilità; CTO; dell’Assistenza delle professioni sanitarie; dei Servizi Diagnostici e della Farmaceutica; delle Malattie di genere, della Genitorialità, del Bambino e dell’Adolescente.

Ad affiancare il dipartimento vi è un altro modello ordinario di gestione operativa delle attività aziendale ovvero l’Area Operativa. Tale modello infatti è giudicato coerente con l’articolazione organizzativa per intensità di cure sia ospedaliera sia territoriale e per l’assicurazione della integrazione socio – sanitaria, nonché per la appropriata assicurazione ai cittadini della continuità assistenziale. L’Area Operativa, quindi, rappresenta una aggregazione omogenea e trasversale di attività ad alta espressione di experties e competence, nonché di strategicità aziendale e, ancora, di gestione economica di risorse, al fine di poter governare processi complessi ad elevato know how. Per tal motivo l’Area, così come progettata, può avere valenza intra - dipartimentale, interdipartimentale, interpresidio.

Al responsabile di Area operativa viene assegnato il compito e l’incarico di gestire i processi clinici e di partecipare alle attività di Budgeting. Se l’Area non è articolazione di un dipartimento, il responsabile dell’Area Operativa ha anche il compito di individuare i responsabili delle strutture semplici a valenza dipartimentale, laddove si rendessero necessarie all’articolazione organizzativa, parimenti a quanto fa il direttore del dipartimento. Il responsabile di Area, inoltre, ha l’incarico di valutare le performance individuali dei dirigenti assegnati nell’ambito del Ciclo delle Performance.

Le Aree individuate sono: Area medica per intensità di cura che si integra con l’inter- area territoriale per assicurare la continuità delle cure ospedale territorio; Area chirurgia per intensità di cura che si integra con l’inter - area territoriale per assicurare la continuità delle cure ospedale territorio; Area Laboratori HUB 1 e 2; Area Diagnostica per immagini; Area Farmaceutica; Area sanità veterinaria.

L’Azienda si impegna, inoltre, ad attivare un proprio sistema di definizione, misurazione, valutazione e trasparenza della performance aziendale, volto al miglioramento della qualità dei servizi offerti e alla crescita delle competenze professionali, attraverso la valorizzazione del merito e l'erogazione di premi per i risultati perseguiti dai singoli e dalle strutture aziendali, in un quadro di pari opportunità di diritti e doveri, trasparenza dei risultati ottenuti e rendicontazione delle risorse impiegate per il loro perseguimento.
 
Gennaro Barbieri
 


15 marzo 2016
© Riproduzione riservata

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