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Liste di attesa. Molto dipende da come usiamo l’informatica

30 GIU - Gentile direttore,
i lunghissimi tempi di attesa a cui i Cittadini del Lazio devono sottostare per poter effettuare esami, visite e interventi chirurgici non sono che la punta dell’iceberg di un sistema sanitario pubblico  da troppo tempo affamato dalla mancanza di risorse e asfissiato  dalla mala-gestione.
 
Un esempio lampante di cattiva gestione della “Azienda-Sanità-Lazio” sono: il disordinato proliferare di tortuose e molteplici procedure burocratiche imposte da interlocutori diversi, gli scadenti e disomogenei software acquistati con procedure di appalto dalle singole aziende o dalla stessa Regione Lazio, gli inadeguati supporti informatici a disposizione degli operatori, le lentissime connessioni internet, nonché la scelta degli operatori su cui grava una spropositata  mole di lavoro amministrativo-burocratico: i medici, che ormai passano la maggior parte del loro tempo a fare i terminalisti informatici.
 
Vogliamo sottolineare come tale scelta - essendo i medici i professionisti più pagati dalle aziende sanitarie/ospedaliere, nonché non sostituibili nella professione medica da amministrativi, ausiliari e infermieri- appaia irrazionale e anti-economica.
 
Facendo un semplice raffronto tra i programmi per le ricette che utilizzano i medici di famiglia che hanno potuto liberamente acquistare il prodotto migliore con il programma omologo, acquistato dalla Regione Lazio per gli Ospedali e le ASL, i nostri tecnocrati forse si accorgerebbero che per fare la stessa ricetta ci vogliono pochi secondi nel primo caso e molti minuti con il programma acquistato dalla Regione.
 
Se la Sanità fosse veramente gestita come un’azienda, il top management avrebbe già dettagliatamente studiato il tempo che i medici impiegano per svolgere attività non mediche, valutato  l’impatto che questo ha sull’efficienza della “Azienda-Sanitaria-Lazio” e messo in atto tutte le misure per contrastare questo irragionevole spreco di risorse umane e finanziarie.
 
Il Centro Studi Anaao-Assomed del Lazio si limita a suggerire qualche idea:
 
- ridistribuire il personale amministrativo all’interno di reparti e ambulatori, dove ormai la loro presenza è tanto indispensabile quanto assente;
 
- unificare i programmi informatici in tutte le aziende, scegliendo i migliori e non i più economici;
 
- dotare le aziende di connessione internet veloce;
 
- dotare i reparti, gli ambulatori, le sale operatorie dei supporti informatici necessari;
 
- incaricare esperti di organizzazione del lavoro per:
 
- razionalizzare le molteplici procedure burocratiche messe in essere da diversi referenti (AIFA, Regione, Direzioni Sanitarie, ecc.); 
 
- semplificare il percorso burocratico-amministrativo degli utenti fuori e dentro gli ospedali;
 
- creare un sistema di feed-back da parte di chi lavora sul campo, relativamente a programmi, supporti informatici e procedure amministrative immesse nel sistema per valutarne gli effetti e le criticità.
 
La tracciabilità, l’informatizzazione e la trasparenza delle procedure sanitarie sono prerogative irrinunciabili di una sanità moderna. Tuttavia senza aver fatto una attenta valutazione, pianificazione nonché una  continua verifica degli effetti, l’impatto della “burocrato-informazia” sta di fatto  prosciugando  le poche risorse di un sistema logoro e stremato da anni di stenti.
 
Maria Christina Cox                                                
Componente Centro Studi e Servizi
ANAAO Assomed del Lazio
 
Donato Antonellis
Presidente Centro Studi e Servizi
ANAAO Assomed del Lazio                               

30 giugno 2016
© Riproduzione riservata

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