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San Camillo. La Fials proclama agitazione sindacale e sciopero

La protesta legata alle “troppe inadempienze sanitarie, contrattuali e assistenziali” riscontrate dal sindacato. Chiesto alla Regione all’Azienda di avviare, tra le altre cose, un processo per la stabilizzazione dei precari, l’assunzione di nuovo personale, la messa a norma delle strutture, e per mettere fine all’iper-affollamento del Pronto soccorso. “O sarà sciopero”.

30 GEN - “Sono troppe a oggi le inadempienze sanitarie, contrattuali e assistenziali che abbiamo rilevato nella gestione dell’azienda ospedaliera San Camillo Forlanini. Parecchie di queste, che abbiamo raccolto in un report e presentato al prefetto di Roma, mettono a rischio i servizi minimi ed essenziali di assistenza: motivi che ci inducono a proclamare lo stato di agitazione e il successivo sciopero”. E’ quanto riporta una nota della Segreteria provinciale Fials di Roma che comunica l’avvio della vertenza alla Commissione di Garanzia servizi pubblici essenziali e all’assessorato della Sanità della Regione Lazio.

Per il sindacato “la sanità nel Lazio è abbandonata a se stessa. Le politiche sanitarie languono e i servizi che vengono erogati lo sono grazie al personale medico, tecnico e infermieristico di alta professionalità che il territorio vanta. E’ eclatante lo stato in cui versa uno dei più grandi ospedali della nostra Penisola: il San Camillo. Ed è proprio da qui che si deve ripartire per garantire i servizi pubblici essenziali”.

“Stiamo chiedendo che la Regione e l’azienda si adoperino – spiega la Fials - affinché venga messo in atto un processo per la stabilizzazione dei precari, l’assunzione di nuovo personale (medico, infermieristico, tecnico, Oss e amministrativo), la messa a norma delle strutture per fare fronte alla carenza di sicurezza in tutto il perimetro ospedaliero. E ancora che venga garantito il rispetto dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) in violazione anche della mansione specifica, che venga messo fine all’iper-affollamento del Pronto soccorso così da evitare, una volta per tutte il ricovero quotidiano dei pazienti nei corridoi dei reparti di medicina  e sempre più spesso, negli ultimi tempi anche di ricoveri per giorni di pazienti nelle camere operatorie – puntualizza la nota -. Inoltre, chiediamo espressamente che venga ripristinato il numero iniziale dei posti letto di Terapia Intensiva. Quanto agli stessi operatori sanitari la Regione Lazio e la Direzione aziendale si devono fare carico delle problematiche indotte dal mancato rispetto Dlgs 66/2003 in merito a pause e orario di lavoro, del mancato rispetto del Contratto collettivo integrativo aziendale su orario di lavoro, reperibilità, mobilità interna e non ultimo, del mancato rispetto accordo aziendale erogazione fascia economica”.

“Diversamente – conclude la nota Fials - per opporci al perpetrarsi di questa gravissima situazione, prossimamente, verranno proclamate uno o più giornate di sciopero che verranno pubblicamente spiegate ai cittadini del Lazio per tutelare tutti gli assistiti presso il nosocomio”.

30 gennaio 2017
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