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Centri accreditati, cresce la FenAspat. A battesimo a Roma il ramo laziale della Federazione

Convention programmatica domani, 22 giugno, all’Hotel Capannelle in via Siderno: sul tappeto i nodi del contratto della sanità privata, degli accreditamenti e delle tariffe “arlecchino” delle Regioni. Fari puntati anche su tetti di spesa, appropriatezza e sinergie pubblico-privato .

21 GIU - Nuova gemmazione nel Lazio dell’Aspat, associazione di categoria della Sanità privata accreditata territoriale sorta in Campania circa 20 anni fa. Affiancata da Fenaspat (la Federazione Nazionale) e da Confimprese Italia, andrà in scena nel pomeriggio di domani, giovedì 22 giugno, all’Hotel Capannelle in via Siderno a Roma, la convention costitutiva di Aspat Lazio.
 
L’analisi dei punti della piattaforma programmatica a cura di Pier Paolo Polizzi, segretario generale Fenaspat, la presentazione dello Statuto associativo e dell’organigramma di Aspat Lazio illustrati da Gaetano Gambino, coordinatore nazionale Fenaspat e da Antonio Gambardella, Consigliere della giunta esecutiva della Federazione associativa, e poi ancora le linee guida del rinnovato contratto collettivo di lavoro della Sanità privata accreditata territoriale e la contrattazione di Confimpreseitalia, la comunicazione relativa all’accreditamento istituzionale in fieri dell’associazione di categoria Aspat Lazio presso i Ministeri competenti di cui parlerà Guido D’Amico, presidente nazionale di Confimpreseitalia, i punti salienti dell’appuntamento romano.  

“I punti programmatici – avverte Polizzi - sono stati formulati ad esito di una prima attività di ricognizione tematica intrattenuta in sede di Federazione nazionale a Roma con diverse strutture associate del Lazio e poi definitivamente stabiliti con la prima riunione regionale che si è tenuta il 15 giugno scorso”.
 
In agenda quattro punti a valenza nazionale ed altrettanti a pregnanza prettamente regionale. Tra i primi la questione del regionalismo e del Titolo V con il nodo della disparità delle norme regionali che devono fare i conti con La omogeneità richiesta dei Livelli essenziali di assistenza “e che fanno il paio – aggiunge Polizzi -  con le tariffe “arlecchino” presenti in ciascuna regione”.  E ancora la fuoriuscita della Regione Lazio dal Piano di Rientro con la individuazione delle criticità del comparto e i percorsi condivisi con le altre Regioni commissariate. Quindi il Contratto collettivo nazionale di Lavoro della Sanità privata e l’intenzione di istituire un Tavolo ad hoc presso Fenaspat per il rinnovo del Contratto scaduto in termini di valutazioni delle esperienze pregresse e di introduzione per il prossimo triennio di elementi di novità. Infine la mobilità extra Regione, che necessita . secondo la neonata associazione di categoria laziale “un’azione puntuale ed arrembante della Categoria nel suo insieme”.
 
Sul fronte regionale il primo punto al’ordine del giorno da affrontare è l’accreditamento istituzionale definitivo e i servizi territoriali e ambulatoriali: si parte dall’analisi dello analisi dello stato dell’arte dei Servizi ambulatoriali territoriali regionali e dalle proposte di ampliamento degli attuali setting erogativi ma anche di sinergie pubblico-privato e di integrazione di reti assistenziali socio-sanitarie.
Fari puntati anche sui contratti, i tetti di struttura e la mensilizzazione del budget e dei volumi di attività con il superamento, come già ottenuto in altre Regioni, della cristallizzazione degli adempimenti contrattuali che impediscono la fisiologica competizione e crescita dei centri in termini di investimenti e qualità delle prestazioni erogate. “L’obiettivo è accogliere proposte che superino l’invalicabilità del tetto di spesa della Macroarea- spiega Polizzi – a garanzia della libertà di scelta del cittadino assistito e dell’impresa nella prospettiva di leale concorrenza di mercato e di costante ricerca di qualità delle prestazioni erogate”.

In cantiere anche la rete dei Laboratori di Analisi cliniche: qui la questione è al Tavolo ministeriale delle aggregazioni laboratoristiche imposte dalla normativa statale secondo linee-guida Agenas. “Abbiamo elaborato un modello di Rete condiviso – conclude Polizzi - dalla stragrande maggioranza dei centri di Patologia clinica delle Regioni da noi rappresentate”. Ultimi punti da affrontare l’alta specialità, l’inappropriatezza di sistema e il budget premiale da unire a doppio filo con il vigente tetto di struttura, nella logica di una nuova mission programmatoria da attribuire ai centri accreditati, in funzione di una rivendicata rimodulazione del budget per la parte afferente alla cosiddetta quota di competitività.

Ettore Mautone

21 giugno 2017
© Riproduzione riservata

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