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Ospedale Vannini di Roma. Cimo e Aaroi: “Calpestati diritti e regole contrattuali. Ora basta”

I sindacati parlano di indennità non corrisposte, violazioni di regole contrattuali, mancato affidamento di incarichi e libera professione concessa a pochi. “A nulla sono servizi i nostri richiami ai vertici dell’ospedale. Tuteleremo tutti i medici coinvolti, in ogni modo e sede”, annunciano Renato Andrich, Cimo Lazio, e Quirino Piacevoli, Aaroi Lazio.

03 LUG - “Indennità non corrisposte, violazioni di regole contrattuali, mancato affidamento di incarichi e libera professione concessa a pochi, nonostante sia un diritto contrattuale. La situazione in cui versa l’Ospedale Generale Madre Giuseppina Vannini di Roma è vergognosa e incredibile”. A denunciarlo, in una nota, Renato Andrich, segretario Cimo Lazio, e Quirino Piacevoli, segretario Aaroi Lazio.

“A nulla sono serviti i numerosi richiami da parte nostra – spiegano i sindacati dei medici e degli anestesisti animatori – per richiamare l’ospedale, gestito dalle religiose della congregazione Figlie di San Camillo, a regolarizzare il trattamento che riserva da tempo ai propri medici; un trattamento inaccettabile e in contrasto con ogni legge vigente, che non è più possibile tollerare”.
 
I sindacati evidenziano anche come, “a causa dell’impossibilità di poter esercitare la libera professione in passato alcuni medici, con il tacito consenso dell'amministrazione, hanno praticato attività libero professionale in regime di partita IVA. Ma poi l'Ospedale ha denunciato i propri dipendenti ed ha addirittura chiesto ai medici coinvolti di restituire ingenti somme, a pena di sanzioni disciplinari e mancati scatti di anzianità”.
 
“L'inaccettabile condotta dell'Ospedale – aggiungono Andrich e Piacevoli– ha così determinato contenziosi legali e procedimenti disciplinari, tutti conclusi con la sanzione della sospensione dal servizio per i colleghi che non hanno restituito le somme e, quel che ancor più grave, un medico è stato addirittura licenziato per essersi opposto alle pretese”.
 
“Adesso basta - concludono i sindacalisti  - questi comportamenti illegittimi e antisindacali violano i diritti contrattuali dei colleghi già fin troppo calpestati. Tuteleremo tutti i medici coinvolti, in ogni modo e sede, auspicando che a questa pessima gestione del personale ed il clima insostenibile che si è creato nell'ambiente di lavoro, non corrisponda anche uno scorretto trattamento dei pazienti”.

03 luglio 2017
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