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Malattie infettive. Il Gemelli nella rete di corsi internazionali con “scambio” di medici

Oltre alla sede di Roma dell’Università Cattolica di Roma, il progetto vede impegnati altri tre atenei europei: Parigi, Edimburgo e, da quest’anno, Anversa. “Dare l’opportunità agli studenti di avere docenti europei che insegnino in sede, magari con approcci diversi e confrontandosi con studenti diversi, fornisce una esperienza internazionale che abbatte barriere economiche e organizzative”, spiega la Cattolica.

04 LUG - I medici di domani di diversi Paesi europei studiano i temi caldi della salute globale seguendo, nella propria università, un corso tenuto in lingua inglese da docenti internazionali: si tratta di un progetto pilota frutto della collaborazione tra l’Università Cattolica del Sacro Cuore e l’Università della Sorbona che hanno progettato e organizzato un corso intensivo internazionale di  malattie infettive (International Intensive Infectious Disease Course - I3DC) che viene tenuto regolarmente da quattro anni da docenti europei nelle sedi che partecipano al progetto (Roma, Parigi, Edimburgo e -  da quest'anno - Anversa), promovendo quello che è definita la "Internationalization at home" e trattando un tema di grande attualità come la "Salute Globale".

Questa esperienza è stata descritta sulla rivista scientifica Medical Teachers, che è collocata al 5° posto sulle 40 riviste internazionali che trattano di pedagogia medica. All’origine del progetto formativo la necessità e l’utilità dello studio delle malattie infettive secondo un curriculum universitario comune per far fronte alle sfide che derivano dal processo in atto di globalizzazione e migrazione di soggetti nativi in aree geografiche diverse dall'Europa con patologie infettive proprie dell’area di provenienza.

“L'idea di organizzare dei corsi intensivi internazionali basati sullo scambio dei docenti più che degli studenti - spiega Federica Wolf, docente di Patologia generale presso la sede di Roma dell’Università Cattolica e tra gli ideatori del progetto - nasce durante un programma europeo di cooperazione con un gruppo di prestigiose Università (Anversa, Berlino, Stoccolma-Karolinska, Budapest, Parigi, Roma) che si propongono di abbattere le barriere culturali e linguistiche dei singoli Paesi europei per promuovere la armonizzazione della formazione medica e di conseguenza accrescere le opportunità di lavoro. Chiamato Progetto MED-MOTION, il programma favorisce la nascita del corso i3DC che viene organizzato dagli atenei Parigi-Descartes, Università Cattolica di Roma ed Edimburgo e che si tiene per 3 anni di seguito nelle tre sedi con la partecipazione di docenti di ciascuna università, ed è rivolto a un gruppo di 30 studenti volontari. Il corso intensivo è rivolto agli studenti del 3° e del 4° anno del corso di laurea in Medicina e chirurgia, è tenuto in lingua inglese, ha la durata di una settimana full time e viene erogato in ciascuna delle sedi partecipanti: una sorta di corso europeo itinerante”.

I contenuti sono stati definiti da un gruppo di docenti specialisti in malattie infettive, sotto la guida di Roberto Cauda, Direttore dell’Istituto di Clinica delle Malattie Infettive dell’Università Cattolica - Fondazione Policlinico A. Gemelli di Roma. La sfida è stata creare un “core curriculum” in malattie infettive proiettato verso le problematiche e le future emergenze della salute globale.

“Dare l’opportunità agli studenti di avere docenti europei che insegnino in sede, magari con approcci diversi e confrontandosi con studenti diversi, fornisce una esperienza internazionale che si definisce ‘internationalization at home’ in quanto abbatte barriere economiche e organizzative per gli studenti stessi”, spiega l’Università Cattolica. “Questa opportunità – secondo Wolf - stimola la curiosità degli studenti e li induce ad ampliare l’esperienza anche con brevi soggiorni all’estero, innescando il processo di internazionalizzazione o più propriamente, di europeizzazione”.

Il tema delle malattie infettive, suggerito dagli stessi studenti, risulta per la Cattolica “una scelta vincente, per l'attualità delle tematiche che perfettamente si inquadrano nella problematica della salute pubblica globale. In pratica grazie all'entusiasmo e alla disponibilità di una dozzina di docenti volontari, e costi molto contenuti, si riesce a organizzare un corso aggiornatissimo, dinamico e coinvolgente che offre anche l'opportunità di svolgere brevi tirocini elettivi presso le corrispondenti prestigiose sedi europee”.

Al quarto anno di attività “abbiamo pensato di illustrare la nostra esperienza, descrivere la metodologia e i risultati ottenuti, nella convinzione che questo modello possa essere applicato ad altri ambiti della medicina”, dichiara Wolf. “Il successo dell'iniziativa ci ha permesso di estendere le attività grazie al finanziamento del  progetto europeo IDEAL (Infectious Disease European African Learning), che intende approfondire l'insegnamento delle malattie infettive con l'organizzazione di una Summer School e un corso on-line in collaborazione con due Università ugandesi”.

“I ricercatori europei spesso collaborano per motivi di ricerca, nel nostro caso siamo riusciti a farli confrontare e collaborare sul tema della didattica – conclude Wolf -; una volta iniziato il processo le idee si moltiplicano, soprattutto in un campo fertile come le malattie infettive e già sono in cantiere nuove iniziative tra cui la formazione di un network di i3DC scholars, che permetterà di organizzare una serie di iniziative di aggiornamento e confronto tra i futuri giovani medici che hanno partecipato al corso, e corsi master europei di approfondimento di tematiche emergenti sulla salute globale”, insomma una rete di eccellenza europea nel campo della formazione sulle malattie infettive.

04 luglio 2017
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