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Chiusura centrali di ascolto continuità assistenziale. Vogliamo tempo e confronto

13 LUG - Gentile Direttore,
dopo la chiusura delle Centrali di Ascolto di Civitavecchia e Bracciano (Asl RM4) avvenuta il 5 giugno scorso, con la disattivazione di quelle operative ad Ariccia e Nettuno (Asl RM6), prevista per il 12 luglio 2017, si completa il processo di accorpamento delle Centrali di Ascolto della provincia di Roma, la cui gestione sarà interamente svolta dall’Ares 118.
 
Sebbene tale riorganizzazione fosse contemplata dall’Accordo Stato-Regioni e dal Piano operativo della Regione Lazio, non ci sembra appropriata la scelta di attuarla in un periodo dell’anno, la stagione estiva, in cui gli elevati flussi demografici e l’aumento della popolazione residente nelle zone turistiche della nostra Regione ostacolano la corretta programmazione del servizio di ricezione delle chiamate, sia in termini di numero di medici in servizio, sia di adeguata diffusione delle informazioni necessarie al cittadino per usufruire delle nuove modalità operative.
 
Oltre a queste ragioni, di natura pratica, occorre segnalare che le date non sono state concordate con le sigle sindacali, nonostante sia stato costituito presso l’Ares 118 il Comitato Aziendale per la Centrale di Ascolto, uno strumento contrattuale importante per regolamentare tutte le attività inerenti il ruolo della Continuità Assistenziale nella Centrale di Ascolto di Roma ed i suoi rapporti con i medici in servizio nelle sedi attive sul territorio afferente.
 
Sarebbe stata auspicabile una maggiore dose di buon senso, dal momento che le “Linee di indirizzo per la riorganizzazione del sistema di emergenza-urgenza in rapporto alla continuità assistenziale” (Accordo Stato Regioni del 7 febbraio 2013), prevedeva di adottare sistemi di ricezione delle richieste “centralizzando almeno su base provinciale le chiamate al Servizio di Continuità Assistenziale”.

Se le parole hanno un significato, quel “almeno” non esclude la possibilità di proseguire l’impiego di alcune sub-Centrali presenti sul territorio delle varie province, sia pur integrandone i sistemi informativi. Tale affermazione è conforme a quanto stabilito nel Verbale della riunione del 6 dicembre 2016 presso la regione Lazio, svoltasi in attuazione delle suddette direttive nazionali.
 
Ermanno De Fazi
vice segretario regionale Smi-Lazio


13 luglio 2017
© Riproduzione riservata

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