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Autocertificazione malattia. Fimmg Lazio: “No a medici ‘postini’”

I medici di famiglia laziali accolgono con favore l’annuncio di emendamenti al ddl Romani che prevede la possibilità, per il lavoratore, di autocertificarsi i primi tre giorni di malattia, lasciando però al medico il compito di trasmettere il certificato all’Inps e al datore di lavoro. “Il lavoratore deve essere messo nella condizione di poter gestire in autonomia un momentaneo impedimento al lavoro, mentre l’Inps è in grado già oggi di recepire la segnalazione”.

13 LUG - “Soddisfazione” da parte della Fimmg Lazio sulla volontà annunciata dal senatore Maurizio Romani, estensore del disegno di legge sull’autocertificazione dei primi 3 giorni di malattia, di emendare il testo in modo da evitare che il medico diventi il “postino” delle autocertificazioni richieste dal lavoratore. Il Ddl, infatti, oggi prevede che il lavoratore possa autocertificarsi i primi tre giorni di malattia, avvisando il medico a cui toccherà trasmettere il certificato all’Inps e al datore di lavoro.

Le eventuali modifiche, rappresentano per Maria Corongiu, segretario regionale della Fimmg Lazio, “un passo avanti che allineerà l’Italia ad altri Paesi avanzati: il lavoratore deve essere messo nella condizione di poter gestire in autonomia un momentaneo impedimento al lavoro, con una finestra temporale stretta, mentre l’Inps è in grado già oggi di recepire in più modi la segnalazione e poterne verificare l’autenticità attraverso metodiche statistiche”.

“Ci fa estremamente piacere che abbia prevalso la logica e che le nostre segnalazioni possano servire per snellire le procedure sia per il cittadino che per i medici già tanto oberati dalla burocrazia ormai imperante”.

Per Corongiu, “parallelamente a questo provvedimento che ci auspichiamo approvato in tempi brevi”, sarebbe “opportuno, per ben continuare il cammino intrapreso, individuare anche misure incentivanti il buon comportamento dei lavoratori, come alcuni Stati già fanno. Insomma premiare i comportamenti seri e corretti e perseguire invece chi in modo fraudolento per proprio interesse inganna oltre l’intera collettività anche il proprio medico”.

13 luglio 2017
© Riproduzione riservata

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