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Aiuti internazionali. Ospedale San Camillo e Comunità di Sant’Egidio firmano accordo per sanità in Africa

Per il presidente della Comunità, l’accordo è “una buona notizia per migliaia di malati africani, perché consentirà loro l’accesso a consulenze mediche di alto livello anche in situazioni di estrema povertà o di scarsezza di mezzi diagnostici”. D’Alba (Dg San Camillo) ha parlato di “cooperazione che valorizza la mission dell'Azienda ospedaliera”.

06 OTT - È stato firmato l’accordo di cooperazione, già annunciato, tra la Comunità di Sant’Egidio e l’Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini, che prevede attività di formazione professionale specialistica, sia a Roma sia in diversi Paesi africani, ma anche assistenza tecnica, consulenza e ricerca.

In particolare grazie al protocollo firmato da Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, e da Fabrizio d’Alba, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini, verrà sviluppata una piattaforma di telemedicina, che permetterà ai medici del polo ospedaliero romano di svolgere - gratuitamente e fuori dell’orario di servizio - consulenze diagnostiche, soprattutto per alcune specializzazioni: cardiologia, neurologia, chirurgia.

“L’accordo di oggi, del tutto gratuito per l’Ospedale San Camillo, è una buona notizia per migliaia di malati africani, perché consentirà loro l’accesso a consulenze mediche di alto livello anche in situazioni di estrema povertà o di scarsezza di mezzi diagnostici”, ha osservato Marco Impagliazzo. “Oltre a favorire la formazione continua dei clinici africani, necessaria in Paesi dove i medici sono pochi e le specializzazioni rare, la collaborazione tra Sant’Egidio e l’ospedale San Camillo affronterà un aspetto problematico e finora ignorato, ossia la diffusione delle malattie croniche in Africa. Infatti, secondo l’OMS, patologie cardiovascolari, ipertensione e diabete - ha concluso il presidente di Sant’Egidio - sono in netto aumento in tutti i Paesi africani, al punto da divenire nei prossimi 10 anni la prima causa di morte nel continente”.

Osservando che l’impegno del San Camillo in programmi di ricerca e cooperazione internazionale con istituzioni e strutture sanitarie di diversi Paesi africani è “stabile e duraturo”, e ha già portato in tanti anni “medici ed infermieri in ogni angolo del mondo”, Fabrizio d’Alba ha commentato: “La firma di oggi ci mette di fronte ad una nuova sfida perché in collegamento con una realtà “unica” come la Comunità di Sant’Egidio. La cooperazione sanitaria internazionale è un punto qualificante della “mission” del San Camillo, che riveste e non da oggi, un ruolo decisivo nella sfida rappresentata dalla cooperazione come contributo allo sviluppo dei Paesi più svantaggiati”.

“Sono certo che i nostri professionisti sapranno dare il sostegno necessario a questi progetti di cooperazione, e che questo lavoro ‘in tandem’ saprà valorizzare non solo il loro impegno umanitario e professionale, ma quello di tutta l’Azienda”, ha concluso il DG del San Camillo-Forlanini.

La Comunità di Sant’Egidio è presente con il programma DREAM (Disease Relief through Excellent and Advanced Means) in 11 Paesi dell’Africa Sub-Sahariana con 47 centri clinici e 25 laboratori. Oltre a garantire la cura a circa mezzo milione malati di AIDS, particolarmente donne e bambini, DREAM ha esteso il suo raggio d’azione alle malattie croniche e alla prevenzione dei tumori, offrendo cure gratuite complete a un livello di eccellenza dal punto di vista scientifico e tecnologico e formando decine di migliaia di professionisti della sanità: medici, infermieri, fisioterapisti.

06 ottobre 2017
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