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Campus Bio Medico di Roma. Inaugurato il nuovo Anno Accademico alla presenza di Lorenzin e Zingaretti

Questo è per l’Università Campus Bio-Medico di Roma il 25° Anno Accademico. Alla cerimonia anche il presidente della Conferenza dei Rettori Giancarlo Manfredi. Nella prolusione del farmacologo e preside della Facoltà Dipartimentale di Medicina e Chirurgia, Giorgio Minotti, alcuni possibili scenari futuri della farmacologia internazionale.

22 NOV - “Il mancato trasferimento dell’Ema a Milano è stato deciso dalla cattiva sorte e dalla farraginosità del meccanismo elettivo. Ma non sarà questione di buona o cattiva sorte cogliere le opportunità terapeutiche e l’indotto offerti dai circa 7mila farmaci in fase di sperimentazione clinica nel mondo, che con terapie sempre più personalizzate aprono nuove prospettive di cura. Per molti versi è in arrivo ‘una tempesta perfetta’ tra speranze dei pazienti e rischio di insostenibilità finanziaria”. È questo, in sintesi, il quadro tracciato da Giorgio Minotti, Farmacologo e preside della Facoltà Dipartimentale di Medicina e Chirurgia dell’Università Campus Bio-Medico di Roma (UCBM) nella Prolusione “Farmacologia della crisi”, pronunciata il 22 novembre in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Accademico 2017-18 dell’Ateneo, il venticinquesimo di UCBM. Alla cerimonia hanno partecipato anche il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin; il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, e il presidente della Conferenza dei Rettori, Giancarlo Manfredi,

“L’orizzonte dell’innovazione farmaceutica è però meno corrucciato di quel che i numeri lascerebbero pensare, perché la sostenibilità finanziaria delle nuove terapie – spiega Minotti – sarà almeno in parte controbilanciata da appropriatezza prescrittiva e ottimizzazione del rapporto costi-esiti. Grazie alla genetica la personalizzazione delle terapie consente, e sempre più consentirà, di ridurre i costi assistenziali generati dagli effetti collaterali o dalla mancanza di effetto terapeutico. Si va quindi verso la medicina del farmaco giusto al paziente giusto nel momento giusto”. Fondamentale, secondo il Professore, sarà una adeguata formazione dei medici all’uso ottimale delle nuove armi terapeutiche”.
 
Un esempio virtuoso di come ciò possa accadere, trasformando una crisi in nuove opportunità, viene dal caso di un farmaco anti-leucemico. “Approvato dalla FDA americana - ricorda il Professore – viene dapprima ritirato dal mercato dopo un picco di eventi avversi vascolari e poi reintrodotto in considerazione del suo effetto salvavita. In Italia, un programma coraggioso di formazione e informazione dei medici, condotto dall’azienda produttrice in collaborazione con esperti del mondo universitario, compreso UCBM, ha consentito di meglio conoscere il profilo del farmaco e consentirne una somministrazione sicura e prolungata, più di quanto non sia avvenuto nel resto del mondo, compresi gli Stati Uniti dove il farmaco è stato brevettato”.
 
Certo è che di appropriatezza si avrà sempre più bisogno per garantire la sostenibilità dei nuovi farmaci in arrivo. Ben settemila in corso di sviluppo clinico (1.813 in oncologia, 1.329 in neurologia, 1.257 contro le malattie infettive, 1.211 immunologici, 599 cardiovascolari, 511 per disturbi del comportamento, 475 per le malattie del metabolismo, 159 contro l’HIV, secondo i dati presentati dal Campus Biomedico.
 
“Una svolta che parte da lontano, dal punto di rottura dell’anno 2000, quando – spiega Minotti – si è passati da un sistema chiuso di sviluppo dei farmaci a uno aperto, dove più industrie, ma anche Università, Centri di Ricerca pubblici e privati, Biotechs, collaborano a un modello di innovazione aperta”. “Un sistema che coinvolge anche i pazienti e le loro richieste di qualità della vita, e che ha portato a un significativa diminuzione dei fallimenti nello sviluppo dei farmaci”.
 
A decretare il successo della svolta sono i numeri illustrati nella Prolusione: con il passaggio al sistema aperto i fallimenti delle fasi precoci delle sperimentazioni cliniche si sono ridotti dal 50 a circa il 30%, per diminuire ulteriormente nelle fasi più avanzate. Un successo che ha consentito di reinvestire in ricerca e sviluppo e portare le molecole di potenziale interesse da 6mila nel 2001 a quasi 15mila nel 2017. Un vero e proprio record di investimenti in ricerca, che nel farmaceutico hanno raggiunto il 18,3% dell’intero fatturato, più di qualsiasi altro comparto produttivo, che per computer ed elettronica non raggiunge il 12%.

“Dati – conclude il professor Minotti – che mostrano come dalle crisi si possa uscire vincenti aprendosi alle opportunità anziché ripiegandosi su modelli superati. Una lezione della quale l’industria del farmaco ha fatto tesoro, ma che vale per tutto il resto, dalla politica all’economia e, perché no, persino per il nostro sciaguratissimo calcio”.
 
I 25 ANNI DI STORIA DI UCBM
 
L’Università Campus Bio-Medico di Roma
 Sorge nella zona di Trigoria, al confine con la Riserva Naturale di Decima Malafede, e può contare su una superficie di 78mila metri quadri di edifici e 90 ettari di terreni. Dispone di 2 facoltà (Medicina e Chirurgia – Ingegneria) articolate in 8 corsi di Laurea (Medicina e Chirurgia, Scienze dell’Alimentazione e Nutrizione Umana – triennale e magistrale, Infermieristica, Tecniche di Radiologia Medica per Immagini e Radioterapia, Ingegneria Industriale, Ingegneria Biomedica, Ingegneria Chimica per lo Sviluppo Sostenibile). Accanto ai corsi di Laurea sono attive 24 scuole di specializzazione della facoltà di Medicina e Chirurgia.

 Complessivamente, l’Ateneo conta oggi 1.902 studenti iscritti (inclusi Medici Specializzandi e Dottorandi). Di essi il 55.4% è rappresentato da fuori sede. 121 i docenti strutturati, con un rapporto con gli studenti pari a 1 su 13. La media di gradimento da parte degli studenti è di 7,9/10 e i laureati in corso negli anni che vanno dal 2010 al 2016 (fonte: Almalaurea) sono il 75.2%. L’Università Campus Bio-Medico di Roma è un ateneo in crescita: dal 2010 al 2016 il numero degli studenti è cresciuto del 24,9%. Ad oggi i laureati sono in tutto 3.300 e oltre il 20% lavora all’estero.
 
Il Policlinico Universitario Campus Bio-Medico
Eroga prestazioni in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e privatamente. Dispone di 27 aree specialistiche, 12 sale operatorie ed ospita 322 posti letto autorizzati (di cui 286 SSN) in camere singole e doppie. I numeri più significativi: 13.536 ricoveri ordinari totali; 20.000 accessi al Day Hospital SSN l’anno; oltre 1 milione di prestazioni ambulatoriali l’anno.

Nel 2017 il Policlinico ha ricevuto il rinnovo dell’accreditamento presso la JCI-Joint Commission International (23 le strutture sanitarie riconosciute in Italia), soddisfacendo oltre 300 standard di qualità e sicurezza riconosciuti a livello mondiale. All’interno del Policlinico si svolge attività sanitaria, didattica e di ricerca, con gli studenti e gli specializzandi dei corsi di laurea di Medicina e Chirurgia, Infermieristica e Tecniche di Radiologia.

22 novembre 2017
© Riproduzione riservata

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