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Fials: “Sovraffollamento Pronto soccorso spia di una crisi strutturale”

Per il sindacato sarebbe bastato che i soldi investiti nella Case della Salute fossero utilizzati per l’assunzione di personale sanitario specializzato: “sarebbe stata una cosa giusta e i risultati positivi, a questo punto sarebbero stati sotto gli occhi di tutti”.
 

09 GEN - “Anche se non siamo ancora entrati nel periodo del picco influenzale, da giorni e giorni i Pronto soccorsi degli ospedali più importanti della capitale e dell’hinterland sono stracolmi di persone che affollano le sale d’attesa per essere visitate e curate. I numeri in cui versano le strutture ospedaliere deputate ad affrontare le richieste ai servizi di emergenza sono noti agli uffici della cabina di regia, così come quelli delle liste di attesa per un posto letto: tra il 40 e il 60 per cento degli accessi i pazienti che arrivano in Pronto soccorso necessitano di un trattamento ospedaliero e non della medicina di base: evidenze strutturali”.

È quanto sostiene in una nota la segreteria provinciale Fials di Roma che definisce la crisi del Pronto soccorso ormai strutturale.

“Infatti, in tutti i nosocomi e in particolare nei centri hub dell’Umberto I, Policlinico Gemelli, Policlinico Tor Vergata, Policlinico Sant’Andrea, Policlinico  Casilino, Ospedali Riuniti di Anzio, San Giovanni Evangelista di Tivoli, Sant’Eugenio e San Camillo Forlanini a Roma, le strutture di emergenza non riescono a fare fronte alla richiesta di aiuto della popolazione più bisognosa di cure se non in condizioni estreme rispetto a quanto un reparto di Pronto soccorso può e deve erogare”, continua la Fials.

“Siamo immersi fino al collo in problemi di natura strutturale che strozzano la sanità e gli operatori sanitari”, aggiunge il sindacato. “L’operazione Case della Salute è stato solo uno spreco di soldi pubblici che non ha risolto alcunché, se invece questi stessi soldi fossero stati investiti per l’assunzione di personale sanitario specializzato sarebbe stata una cosa giusta e i risultati positivi, a questo punto sarebbero stati sotto gli occhi di tutti. Ci appelliamo alla responsabilità del governo regionale di rivedere il piano sanitario del Lazio”,  conclude a Fials. “La richiesta primaria si traduce nel ripristino dei posti letto tagliati, nell’assunzione di personale per rispondere ai bisogni di tutela della salute quale diritto costituzionalmente protetto”.
 

09 gennaio 2018
© Riproduzione riservata

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