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Salute Mentale. Asl Roma 2 presenta risultati del progetto No Stigma. “Studenti non rivogliono i manicomi ma permangono pregiudizi, dalla pericolosità alla imprevedibilità”

Presentata oggi una ricerca condotta dal Dipartimento Salute mentale dell’Asl romana su 100 studenti di tre licei capitolini. Emersa l’idea tra i ragazzi che i serial killer sono “pazzi” o “malati di mente”, e dunque vanno distinti da quei pazzi o malati di mente che non sono violenti. LO STUDIO

13 DIC - Questa mattina a Roma presso lo Spazio Incontro Scholè a Villa Lazzaroni nel 7° Municipio, sono stati presentati i risultati di ricerca/azione su idee di follia/malattia mentale, stigma e storia della riforma psichiatrica, realizzata, nell’ambito del percorso alternanza scuola lavoro, dal Dipartimento di Salute Mentale ASL Roma 2 in collaborazione con il corpo insegnante e gli studenti dei Licei Charles Darwin - Pitagora e Bertrand Russell.
 
"Il Progetto NO-STIGMA-contro il pregiudizio in salute mentale - ha dichiarato Flori Degrassi, Direttore Generale ASL Roma 2 - è una importante iniziativa che ha come obiettivo il superamento dei pregiudizi e dello stigma sulla malattia mentale, partendo dall’analisi di quello che pensano gli studenti. "
 
Dall'analisi dei dati del questionario sul pregiudizio e lo stigma in salute mentale che ha visto coinvolti circa 100 studenti, emerge una situazione di una notevole apertura nei confronti della malattia mentale pur in presenza di alcuni stereotipi socialmente diffusi, tra i quali in primo luogo l’idea di pericolosità e di una necessaria azione di protezione.
 
La storia e la cultura della riforma della legge 180 e della lotta allo stigma sociale dopo 40 anni, hanno lasciato una traccia nelle giovani generazioni, e anche l’idea dell’inclusione sembra avere trovato un terreno fertile.
 
La malattia mentale è vista come una malattia biologica (anomalia del cervello), ma non genetica o ereditaria. I matti non devono stare nei manicomi, niente esclusione (lontani dalla cittadinanza), ma poi affioria anche un’idea di reclusione per i pazzi pericolosi Emerge l’idea che i serial killer sono “pazzi” o “malati di mente”, e dunque vanno distinti da quei pazzi o malati di mente che non sono violenti.
 
Sono 61 gli studenti su un totale di 100 che hanno giudicato vera la seguente affermazione: chi uccide per gelosia o per una delusione amorosa è malato di mente. Anche qui la violenza è “segno” di malattia mentale; l’idea che possa trattarsi di dettami culturali (tradimento ecc.) che veicolano e determinano azioni, non è vincente, anche se forse nel 38% si annida un’idea simile.
 
Sembrerebbe resistere il pregiudizio dell’inguaribilità con 89 studenti che ritengono vera la seguente affermazione: se una persona è stata in cura da uno psichiatra, anche se guarisce è sempre a rischio di ricadute improvvise. Appare superato, invece, il pregiudizio sulla imprevedibilità (solo per 15 studenti su 100 il malato di mente è imprevedibile) così come quello della incomprensibilità (77 studenti su 100 ritengono falsa la frase: la malattia mentale è incomprensibile). Una pericolosità immanente esiste ed è pronta a esplodere nel raptus (per 69 studenti è vera l'affermazione: il raptus è il momento in cui si manifesta improvvisamente la pericolosità dei folli).
 
Malattia mentale è ciò che necessita di un intervento terapeutico; follia è uno stato psicologico, emotivo, o una condizione esistenziale: non è patologica e non deve essere trattata dalla medicina (al più richiede un intervento psicoterapico). "In ultima analisi" ha affermato Massimo Cozza, Direttore del Dipartimento di Salute Mentale" da un lato c'è l'aspetto positivo della consapevolezza della negatività del manicomio e della esclusione, ma permangono ancora pregiudizi, dalla pericolosità alla imprevedibilità, per cui appare giusto proseguire con l'iniziativa NO-Stigma- contro il pregiudizio in salute mentale", in primo luogo tra i giovani.

13 dicembre 2018
© Riproduzione riservata

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