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Nodulo tiroideo benigno. Il convegno al San Raffaele di Cassino

Centinaia di medici e infermieri hanno partecipato lo scorso 26 gennaio al dibattito sulle criticità nella gestione del nodulo tiroideo benigno, nel corso del quale è stata evidenziata la necessità di delineare percorsi strutturati che possano vedere la collaborazione di medici di medicina generale e specialisti della Sanità territoriale e dell’Università.

29 GEN - Sabato 26 gennaio presso la Casa di Cura San Raffaele di Cassino si è svolto il Convegno “Nodulo tiroideo benigno: update”, che ha visto la partecipazione di un centinaio di iscritti tra medici ed infermieri e di importanti professionisti del mondo sanitario provinciale, regionale, nazionale nonché universitario. Numerose le istituzioni presenti che hanno aperto il dibattito sulle criticità nella gestione del nodulo tiroideo benigno, evidenziando la necessità di delineare percorsi strutturati che possano vedere la collaborazione di medici di medicina generale e specialisti della Sanità territoriale e dell’Università.

L’introduzione al Convegno ha visto intervenire Luigi Bartoletti (OMCeO-FIMMG Roma), il quale ha ben evidenziato le problematiche del nostro SSN sottolineando un dato fondamentale: come il nostro Paese pur disponendo di poche risorse riesca a stare al passo di Paesi economicamente più avanzati. Altrettanto incisivo l’intervento di Alfredo Pontecorvi, direttore dell’Endocrinologia del Policlinico universitario “A. Gemelli” di Roma, il quale è intervenuto sulla tematica molto attuale del regionalismo differenziato.
 
Soddisfatto della riuscita dell’evento il Responsabile scientifico del Convegno, Rodolfo Battista, il quale ha espresso vivo entusiasmo per la partecipazione delle autorità istituzionali invitate, sottolineando come, per la prima volta nella sua carriera professionale, sia riuscito ad unire le rappresentanze della Sanità Territoriale con il mondo universitario; un ringraziamento particolare è stato riservato ad Eleonora Grimaldi, rappresentante della FIMMG formazione Lazio nonché collaboratrice nella U.O. Medicina Generale del San Raffaele.
 
Ha portato il suo saluto Fabrizio Cristofari, presidente dell’Ordine dei Medici chirurghi di Frosinone insieme a Roberto Colantonio del direttivo dell’OMCeO di Frosinone. Hanno partecipato all’evento Bruno Macciocchi, direttore S.C. Pneumologia dell’Ospedale “Santa Scolastica” di Cassino, il quale ha moderato la prima sessione del Convegno con gli interventi di Pietro Locantore (U.O. Endocrinologia del Policlinico “A. Gemelli” di Roma), il quale ha presentato il quadro epidemiologico del nodulo tiroideo benigno; Guido Fadda (U.O. Istopatologia e Citodiagnostica del Policlinico “A.Gemelli”), che ha affrontato la tematica dell’agoaspirato dei noduli tiroidei; Andrea Coratti, giovane medico di medicina generale, che ha descritto la diagnostica per immagini di questa patologia.

La seconda sessione del Convegno è stata moderata da Gabriele Santilli (U.O.C. Medicina Interna del Presidio ospedaliero “S.S. Trinità” di Sora), il quale ha dato la parola a Rosa Maria Paragliola (U.O. Endocrinologia Policlinico “A. Gemelli”), la quale ha esposto la terapia medica, a seguire Luca Revelli (U.O.C. Chirurgia Endocrina Policlinico “Gemelli”), che ha parlato della chirurgia del nodulo tiroideo.

Il dibattito sulle criticità tra Ospedale e Territorio nella gestione di questa frequente patologia si è aperto durante la tavola rotonda presieduta da Eleonora Grimaldi, la quale nella sua introduzione ha esposto “luci ed ombre” della gestione integrata e della presa in carico del paziente affetto da nodulo tiroideo più frequentemente benigno senza tralasciare, se pur più raro, l’aspetto “maligno” della patologia, dal momento che la Sanità Territoriale è ancora molto carente nella realizzazione di P.D.T.A. strutturati che mettano in rete mediante una piattaforma informatica dedicata i vari livelli di gestione dalla più semplice alla più complessa integrando tutti gli attori del sistema sanitario-assistenziale.
 
Un progetto di governance che deve comportare un superamento dello storico contrasto ospedale-territorio-università, sostiene la dottoressa, che ha generato ripercussioni sia in ambito culturale, tra i professionisti e i cittadini, sia nelle scelte organizzative, tra i decisori politici e gestionali. A tal proposito è stato esposto il progetto della creazione di un percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale (P.D.T.A.), che prevede il reclutamento di pazienti inviati dai medici di medicina generale presso l’ambulatorio di Endocrinologia del San Raffaele i quali, a seconda della tipologia del nodulo, saranno “stadiati” secondo un approccio integrato multidisciplinare in collaborazione con l’Università. Sono intervenuti nel dibattito Luigi Di Murro, medico di medicina generale (U.C.C.P. della Casa della Salute di Pontecorvo) e Mario Antonio Angelo Ferri, medico di medicina generale di Atina.

La direzione amministrativa e sanitaria del San Raffaele ha espresso enorme soddisfazione per l’impegno dei professionisti nell’organizzazione del convegno; l’auspicio è che il futuro della Sanità Territoriale possa essere sostenuto da politiche volte ad investire maggiori risorse per la salute dei cittadini.

29 gennaio 2019
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