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Morto a Roma Adriano Ossicini, medico, parlamentare ed ex ministro. Salvò numerosi ebrei ricoverandoli al Fatebenefratelli con la falsa diagnosi del “morbo k”

Si è spento al Fatebenefratelli dell’Isola Tiberina. Aveva 99 anni. Fu nella squadra che, nel 1943, lanciò l’allarme su una fantomatica malattia contagiosa per allontanare l’esercito nazista dal reparto d’isolamento dello stesso Fatebenefratelli, dopo la retata del 16 ottobre. Psichiatra e politico, ex-partigiano, è stato per lunghi anni parlamentare, ha ricoperto gli incarichi di vice Presidente del Senato e di Ministro per la Famiglia e la Solidarietà Sociale nel Governo Dini.

15 FEB - Si è spento oggi al Fatebenefratelli Isola-Tiberina, il medico Adriano Ossicini, uno dei protagonisti del “Morbo K”, ricordato per l’alto valore umano e professionale dimostrato nel dare rifugio a numerosi ebrei romani durante la persecuzione nazista, proprio nell’Ospedale in cui ha speso i suoi ultimi giorni.

Nel Nosocomio sull’isola fu infatti allievo e stretto collaboratore dell’allora primario, Giovanni Borromeo, che, sostenuto dal Priore dell’epoca, Fra Maurizio Bialek, inventò la pericolosa malattia che riuscì ad allontanare l’esercito nazista dal reparto d’isolamento (la sigla K sta infatti per l’ufficiale tedesco Kappler o il Generale Kesserling), dopo la retata del 16 ottobre 1943.

Adriano Ossicini, nato a Roma il 20 giugno 1920, psichiatra e politico italiano, ex-partigiano, è stato per lunghi anni parlamentare, ha ricoperto gli incarichi di  vice Presidente del Senato e di Ministro per la Famiglia e la Solidarietà Sociale nel Governo Dini.

Il Professore, riferisce una nota del Fatebenefratelli, era ricoverato da diversi giorni nel Reparto di Ortopedia del Nosocomio per le conseguenze di una caduta: il decesso è avvenuto nelle prime ore del mattino.  

Era l’unico dei medici del Nosocomio di quegli anni ancora in vita.

“Attraverso i suoi scritti e le sue testimonianze – spiega la nota -, Ossicini ha ricordato fino agli ultimi giorni della sua vita, anche a parenti e ad amici che venivano a trovarlo dopo il ricovero, quegli anni di resistenza, il suo periodo giovanile con il Professor Borromeo e gli episodi accaduti nell’Ospedale che lo ha accompagnato negli ultimi istanti. Ricordando questa storia si vuole rendere omaggio al medico e a tutti coloro che con quotidiana devozione e straordinario coraggio rischiarono la vita: una storia straordinaria di accoglienza che rappresenta nella forma più alta la filosofia e la tradizione di ospitalità di questo Ospedale, “Casa di Vita”, e dell’Ordine Ospedaliero dei Fatebenefratelli”.

La camera ardente è allestita in Senato a partire dalle 16 di oggi e fino alle 20 di sabato.

15 febbraio 2019
© Riproduzione riservata

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