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Quello che il ministro Grillo non ha ascoltato….

16 MAR - Gentile Direttore,
nella trasmissione Agorà del 15 marzo,sulle liste d’attesa, è stato trasmesso un brevissimo stralcio di una lunga intervista cheavevo registrato con il giornalista della redazione.Se fosse andato in onda tutto quanto avevo raccontato al giornalista della redazione di Agorà, la nostra Ministro avrebbe potuto ascoltare che la libera professione non è il demonio, che le regole per un uso legittimo ci sono,ma che ci si “dimentica” spesso di controllare che si rispettino, per poter tenere pronto qualche esempio scellerato di abuso che possa gettare fango sull’intera categoria.
 
Carlo Palermo ha già lucidamente replicato alla teoria “negazionista”  della gravissima carenza di medici negli ospedali, teoria che denota un disprezzo del nostro Ministro, nei confronti di una dirigenza medica e sanitaria che sta garantendo con estremo sacrificio il mantenimento di un Sistema Sanitario Nazionale. Peraltro mio nipote,neolaureato, mi faceva osservare: la Ministro dice che non mancano i medici, semmai gli specialisti,; peccato che in ospedale lavorano solo specialisti e le liste d’attesa riguardano gli stessi rispetto alle proprie discipline. Un’evidente contraddizione ed una palese mancanza di conoscenza di quello che si dovrebbe governare.
 
Quello che la Ministro non ha ascoltato, è che un solo medico su tre svolge una qualche forma di libera professione, pertanto sarebbe poco credibile che due terzi dei medici  facciano aumentare le liste d’attesa per arricchire l’altro terzo dei colleghi. Sarebbe un incredibile gioco di squadra, una macchina infernale!
 
Le liste d’attesa scaturiscono da una complessa ed articolata serie di problemi, troppo semplicisticamente risolti dalle tesi del Ministro e dei grandi accusatori dei medici: appropriatezza delle prescrizioni, “autoprescrizioni”, medicina difensiva, preferenza di richieste verso gli ospedali  piuttosto che del verso il territorio, mancata programmazione degli esami di ritorno, della diagnostica preventiva.
 
Questo sul fronte della domanda. Sul fronte dell’offerta, come ha sottolineato Carlo Palermo, molti ospedali hanno dovuto drasticamente ridurre,se non tagliarle del tutto,le prestazioni di diagnostica per gli utenti esterni, per poter garantire, con le risorseumanedisponibili, l’assistenza e cura ai pazienti ricoverati o di pronto soccorso.
 
Quello che la Ministro non ha ascoltato, è che il flusso di attività svolto in intramoenia, oltre a rappresentare un cospicuo guadagno per l’erario (la libera professione intramoenia è tassata alla fonte) ed anche per le aziende / ASL, recupera denaro altrimenti destinato ad ingrassare la sanità privata.
 
Demonizzare l’intramoenia, invece di governarla e renderla una risorsa aggiuntiva della sanità pubblica, rischia di disperdere professionisti di elevata competenza e capacità e di farli fuggire nel privato.  E’ ipotizzabile che molti professionisti di prestigio, possano trovare mortificante continuare a lavorare contando su un salario fermo da 10anni.
 
Quello che il Ministro non ha ascoltato, infine, è che l’intramoenia, grazie al decreto Balduzzi, genera un fondo per nulla esiguo, dato dal 5% degli onorari che ogni ASL deve trattenere al professionista proprio per “l’abbattimento delle liste d’attesa”.  Quante aziende lo usano per questo? Dovrebbero, con questi soldi, pagare ore aggiuntive ai sanitari per svolgere attività oltre l’orario di servizio a favore delle liste d’attesa.
 
Le liste d’attesa si governano con un’analisi attenta di domanda e offerta, con il coinvolgimento diretto di tutte le figure mediche, dal prescrittore all’esecutore: non si possono ascoltare servizi nei quali l’utente gira con una ricetta alla disperata ricerca di un appuntamento. Dovrebbe essere già stabilito all’atto della prescrizione il percorso di quel paziente, come si fa in tanti paesi europei. Non può essere, come in tanti casi, un operatore di un call center a dare informazioni e appuntamenti.
 
Comunque onorevole Grillo, blocchi pure tutta la libera professione come grida il popolo, vedrà subito tanti eccellenti professionisti uscire dall’ospedale, non accorcerà di un giorno le liste d’attesa (unico passaggio del mio intervento trasmesso), farà ancora più ricca la sanità privata. Ma troverà sempre barelle ammassate nei pronto soccorso, medici anziani e stressati che accumulano ore di lavoro e ferie non pagate.
 
Non avrà regolamentato gli accessi alle specializzazioni, non si sarà preoccupata di garantire il turn-over con l’ingresso di giovani in ospedale (perché tanto i concorsi languono e le ASL ricorrono alle cooperative per coprire gli organici), non avrà risolto il problema del numero di posti letto per abitante, più basso d’Europa, ma si sarà tolta la soddisfazione di dare in pasto al popolo la classe medica da insultare e vituperare. E questo risolverà tutti i mali.
 
Fa benissimo la Ministro ad ascoltare gli utenti, farebbe bene ad ascoltare anche gli operatori…
 
Sandro Petrolati
Segretario ANAAO Assomed A.O. S.Camillo Forlanini
Coordinatore Commissione Nazionale ANAAO  Emergenza Urgenza

16 marzo 2019
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