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Umberto I di Roma. Ecco la delibera sul fabbisogno di personale. Ma per Cgil, Cisl e Uil è ben al di sotto delle necessità

La delibera parla di 1.099 medici e 1.950 infermieri, 515 oss e 104 tecnici di laboratorio, solo per citare alcune professionalità. Per la Cgil, Cisl e Uil il calcolo della Direzione aziendale è “ben lontano dalle unità di cui il Policlinico avrebbe bisogno per garantire i servizi ai cittadini”. Critiche anche al metodo: “Delibera approvata senza nessun confronto con i sindacati”. Chiesto l’intervento della Regione. LA DELIBERA

26 APR - “Ancora una volta la Direzione aziendale del Policlinico delibera senza nessun confronto con le Organizzazioni Sindacali. Dopo l’11 aprile, dove in Regione è stato sottoscritto un accordo che obbliga le aziende sanitarie regionali ad aprire dei confronti aziendali per definire i fabbisogni e le dotazioni organiche, proprio la Direzione del Policlinico Umberto I, a spregio dell’accordo regionale, delibera il fabbisogno di personale che dovrebbe essere presente all’interno del nosocomio”. E “da una prima lettura della delibera ci risulta che quanto stabilito dalla direzione, si trova ben lontano, dalle unità di personale Sanitario, di cui lo stesso Policlinico avrebbe bisogno, per garantire i servizi ai cittadini”. È quanto affermano in una nota di Francesco Frabetti, Giovanni Fusco e Fabio Ferrari Responsabili Territoriali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl dell’ospedale romano.

“Si evidenzia – proseguono i sindacalisti - come le nuove disposizioni in materia pensionistica e l’impossibilità di provvedere all’immediata sostituzione dei lavoratori potrebbe determinare un rischio per il mantenimento dei Livelli Essenziali di Assistenza”.

Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl chiedono “immediatamente la sospensione della delibera ed attraverso il confronto aziendale utilizzare tutte le potenzialità assunzionali previste dalle vigenti normative, le quali vanno pienamente utilizzate ed integrate con le risorse derivanti dalla riduzione strutturale della spesa sostenuta per i servizi sanitari esternalizzati. Non possiamo permettere che, una programmazione assunzionale miope, di tutto il personale sia sanitario che amministrativo, possa mettere in discussione l’attuale assistenza sanitaria erogata all’intera popolazione della capitale italiana e non solo”.

“Per questo – concludono Frabetti, Fusco e Ferrari - chiediamo un immediato e tempestivo intervento dell’istituzione Regionale che ha l’obbligo di vigilare e programmare le assunzioni di personale e i servizi sanitari regionali rivolti ai cittadini. Nel caso non ci fosse un reale confronto sull’importante questione del personale verranno intraprese tutte le azioni sindacali necessarie anche relative alla proclamazione di in nuovo stato di agitazione”.

26 aprile 2019
© Riproduzione riservata

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