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Abortisce sul traghetto da Ponza a Formia dopo essere stata visitata dalla guardia medica. La Asl: “Sono state seguite linee guida e le buone pratiche mediche“

La donna, alla settima settimana di gravidanza, si sarebbe recata dalla guardia medica dell’isola con dolori e perdite. Il medico le avrebbe suggerito di recarsi in ospedale a Formia, ma senza attivare il trasferimento d’urgenza. Sul traghetto la donna ha abortito. La Asl: “Nel primo trimestre non esistono rimedi, farmaci o procedure, che possano impedire o bloccare l’evoluzione di un aborto spontaneo. In questo senso, anche l’utilizzo di un diverso mezzo di trasporto, per esempio l’elicottero al posto della nave, non è in grado di modificare in senso positivo l’esito dell’evento abortivo”. M

07 OTT - Incinta di 7 settimane, si trovava sull’isola di Ponza quando ha iniziato ad avere perdite e dolori. Corre al Punto di primo soccorso per farsi visitare. Il medico la visita e le consiglia di recarsi all’ospedale di Formia, senza però attivare alcun trasferimento di emergenza. La donna e il suo compagno salgono sul traghetto ma, durante il tragitto, le sue condizioni peggiorano e ha un aborto. Viene assistita dal personale sanitario presente sul traghetto, nel frattempo viene chiamata l’ambulanza che, all’arrivo a Formia, la porta in ospedale. E ora i famigliari si chiedono se un trasferimento in eliambulanza, con l’arrivo tempestivo in ospedale, avrebbero potuto fare la differenza.

Questo il caso ricostruito dalla stampa. Ma la Asl di Latina chiede di non parlare di malasanità perché "ciò che emerge dalla documentazione, conferma, così come era già stato comunicato per le vie brevi all’On. Simeone prima che la sua nota inviata al Direttore Generale della ASL diventasse di pubblico dominio, quanto è stato oggetto di comunicato stampa nel giorno di venerdì 4 ottobre: iI professionisti che hanno avuto in carico la signora, con riferimento al caso di specie, hanno adottato i comportamenti corretti stabiliti dalle linee guida e dalle buone pratiche mediche vigenti“.

Con riferimento all’aborto spontaneo, secondo la Asl "è utile precisare che, secondo le evidenze scientifiche, tale evento si verifica in circa il 10-15% delle gravidanze. La causa di un aborto spontaneo isolato è generalmente sconosciuta né è determinabile specialmente in fase iniziale della gravidanza. Nel primo trimestre non esistono rimedi, farmaci o procedure, che possano impedire o bloccare l’evoluzione di un aborto spontaneo. In questo senso, anche l’utilizzo di un diverso mezzo di trasporto, per esempio l’elicottero al posto della nave, non è in grado di modificare in senso positivo l’esito dell’evento abortivo", anche se avrebbe senz'altro garantito alla donna la vicinanza di personale pronto a gestire l'evento sanitario che la donna non poteva, appunto, evitare né controllare.


Per la Asl, tuttavia, occorre "ricordare che un paziente colto da infarto sull’Isola di Ponza, grazie all’ormai consolidato rapporto di collaborazione con ARES 118, si trova in sala di emodinamica in meno di trenta minuti. Se nel caso precedentemente raccontato fosse stato utilizzato l’elicottero, peraltro senza ottenere risultati di sorta, e si fosse generata contemporaneamente una situazione di emergenza, oggi saremmo a commentare una storia completamente differente".

Dunque, conclude la Asl, "il diffuso impatto mediatico prodotto da un evento dal così evidente carico emotivo, ha purtroppo indirettamente generato un senso di inadeguatezza dei livelli di servizio assicurati sull’isola di Ponza dalla ASL e/o dai suoi professionisti. Proprio questo episodio, analizzato su un piano squisitamente oggettivo, conferma invece la capacità dei professionisti operanti sull’isola nel distinguere chiaramente tra situazioni di emergenza e quelle che non lo sono".

 

07 ottobre 2019
© Riproduzione riservata

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