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Coronavirus. Snami Lazio: “In regione poche idee e confuse. Ecco le nostre proposte”

Dalla segnalazione di casi sospetti, con effettuazione del tampone alla presenza di sintomatologia evidente al rinforzo del personale operativo nei SISP Aziendali, assumendo medici in formazione in Medicina generale o neo-Abilitati. Queste alcune delle proposte del sindacato. Di Donna: “Siamo disponibili a monitorare i nostri pazienti in quarantena, a condizione che sia istituito un numero riservato solo ai Mmg e Pls, per la gestione delle urgenze/emergenze”

16 MAR - In ciascuna Asl sono stati istituiti numeri ed indirizzi email dei SISP Aziendali (Servizio igiene e sanità pubblica), pubblicizzati sui media ma che non riescono a rispondere in tempi brevi perché il personale preposto è ridotto all’osso. Altrettanto risulta difficile ai Medici ed ai pazienti poter contattare i numeri messi a disposizione, tra cui quello Verde regionale: 800188800.
E ancora, i Mmg hanno difficoltà a redigere certificati in soggetti con sospetto contagio per difficile comunicazione con i SISP Aziendali, sono pronti a prendersi questo onere ma devono avere un incarico chiaro, che non lasci dubbi ad interpretazioni, con il rischio di possibili futuri contenziosi con l’Inps se poi non venisse convalidata la quarantena. La fornitura di DPI ai Medici dalla Regione Lazio non ha sta avendo il seguito necessario, per poter svolgere in sicurezza quelle rare visite a domicilio inderogabili, dopo un consulto telefonico. I Medici ed i loro collaboratori negli studi e negli Ambulatori sono ad alto rischio di contagio col doppio rischio: di ammalarsi e lasciare migliaia di cittadini senza assistenza oltre a contagiare centinaia di pazienti, diventando di fatto dei super diffusori del virus COVID-19.

Sono queste le criticità denunciate da Presidente Regionale Snami Lazio Giuseppe Di Donna che lancia alcune proposte: “A causa di inadempienze e regole contradditorie i Mmg stanno pagando, a livello nazionale, un prezzo altissimo: già due colleghi sono morti e decine sono in quarantena con criticità assistenziali sul territorio. Lo Snami propone quindi risposte concrete ai bisogni di salute dei cittadini, ed idonea tutela per ii Medici del territorio”.
 
Le proposte dello Snami Lazio:
1) Segnalare casi sospetti, con effettuazione del tampone in casi di sintomatologia evidente o per soggetti provenienti dalle zone ex-“rosse” o che abbiano avuto possibili contatti nella fase di avvio del contagio
2) Rinforzare il personale operativo nei SISP Aziendali, assumendo colleghi del Triennio di formazione in Medicina generale o neo-Abilitati, per il periodo di persistenza dell’epidemia da Coronavirus-19, in modo da ricevere opportuna indicazione dell’eventuale isolamento;
3) Siamo disponibili a monitorare i nostri pazienti in quarantena, a condizione che sia istituito un numero riservato solo ai Mmg e Pls, per la gestione delle urgenze/emergenze che si dovessero presentare. Ciò sgraverebbe il SISP di un numero enorme di pazienti da contattare, dedicandosi dal canto loro a rispondere ai dubbi dai cittadini e ricevere le segnalazioni dei Medici.
Chiediamo:
1) La limitazione degli accessi agli studi dei mmg con l’obbligo di prenotazione della visita ed in assenza di sintomi respiratori;
2) Possibilità di effettuare i tamponi per giungere ad una diagnosi nei casi con sintomi dubbi, con modalità da condividere con i SISP Aziendali;
3) Possibilità di invio di tutte le ricette, comprese le “rosse” e quelle per i farmaci in fascia C, per via telematica con semplice utilizzo del NRE;
4) Fornitura di idoneo quantitativo dei DPI a tutti i Medici del territorio;
5) Modalità semplificate per la sostituzione del Medico in malattia, in caso di eventuale quarantena;
6) Potenziamento del personale delle Centrali di Ascolto della Continuità Assistenziale
“Tali provvedimenti – conclude Di Donna – non sono più rinviabili e la Regione deve sollecitare deve predisporre idoneo ed esaustivo dispositivo, attuativo alla luce dell’incremento dei casi infetti nella nostra Regione, al fine di evitare la maggiore diffusione del COVID-19 tra i Medici. E di tutta la popolazione”.
 

16 marzo 2020
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