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Covid. Uscar, Fimmg: “Nel Lazio oltre 100 visite domiciliari al giorno. I medici di famiglia non sono imboscati”

"I medici di famiglia sono in trincea 12 ore al giorno, al pari di tutti i colleghi che fronteggiano l’epidemia”, evidenzia la Fimmg Roma. Che sulle polemiche in merito all’impegno dei medici di famiglia nella lotta al covid evidenzia ancora: “Le  milioni di dosi di vaccino antinfluenzale chi le sta facendo? Chi sta curando i malati cronici? Chi sta prescrivendo le milioni di ricette da Marzo ad oggi, i certificati, le richieste di tampone,  chi sta garantendo in condizioni non ottimali ma con il cuore e la passione da medico le migliaia di interventi domiciliari?”.

12 NOV - “I medici di famiglia sono in trincea 12 ore al giorno, al pari di tutti i colleghi che fronteggiano l'epidemia. Ognuno di loro ha oggi in carico, a Roma, dai 6 ai 10 pazienti Covid seguiti a domicilio. Le visite domiciliari sono effettuate da personale medico appositamente formato e dotato dei necessari dispositivi di protezione su indicazione di Asl e Ares 118”. Così Fabio Valente vice segretario Vicario Fimmg Roma e vice coordina otre delle USCA-R del Lazio, evidenzi all'impegno dei medici di famiglia per la salute dei cittadini nell’ambito dell’emergenza covid.

“Da settimane le Uscar svolgono quotidianamente oltre 100 accessi domiciliari per tamponi e visite, comprese quelle a supporto del 118 evitando così decine di ricoveri impropri. Questi oggi sono i numeri del lavoro giornaliero di un medico di famiglia nel cuore della Capitale come nel più piccolo comune dell'hinterland. Niente di speciale - proseuge Valente -, facciamo la nostra parte, il nostro lavoro. Per quanto riguarda i tamponi tutti i medici di famiglia sono coinvolti in linea con l’accordo regionale, equo e rispettoso della volontà e delle possibilità di ciascuno. Gli oltre 400 del primo bando sono solo i primi a partire” .

Ma l’impegno dei medici di famiglia va oltre le prestazioni legate direttamente all'emergenza covid. Anche per questo la Fimmg risponde con durezza alle polemiche: “Negli ultimi giorni, abbiamo assistito ad una serie di interventi di noti giornalisti che descrivevano i medici di famiglia in un modo non proprio lusinghiero”, dichiara in una nota Pier Luigi Bartoletti, segretario provinciale Fimmg Roma e vice presidente dell’Ordine dei Medici capitolino.

“Sono passati pochi mesi - evidenzia Bartoletti - dalla morte di Roberto Stella, medico di famiglia lombardo, di  Marcello  Natali medico di famiglia lombardo, di Giulio Titta medico di famiglia in pensione piemontese, descritti all’epoca, insieme  agli altri colleghi deceduti nella pandemia Covid facendo il loro dovere come “eroi”. Passata la festa, si fa per dire, gabbato lo santo ? Gli eroi di ieri oggi sono diventati imboscati. Eppure le  milioni di dosi di vaccino antinfluenzale, chi li sta facendo? In tempi brevissimi e con difficoltà di reperire e ricevere i vaccini?  Chi sta curando i malati cronici? Chi sta prescrivendo le milioni di ricette da Marzo ad oggi, i certificati, le richieste di tampone,  chi sta garantendo in condizioni non ottimali ma con il cuore e la passione da medico le migliaia di interventi domiciliari? Chi sta rispondendo a milioni di telefonate tutti i giorni, incluso sabato e domenica senza soluzioni di continuità? Chi si è proposto per aiutare nella difficile operazione dell’individuazione dei contatti asintomatici facendo anche i famosi tamponi?  Il tutto mantenendo e continuando a curare le altre patologie?”.
 
“Organizzare un’attività di testing sui contatti non stretti di casi confermati - evidenza ancora Bartoletti - non è una cosa banale. Non ci si inventa prelevatori dalla sera alla mattina, e tutta l’attività connessa va organizzata bene. E’ quello che stiamo facendo, stiamo formando i medici che ce lo richiedono, li aiutiamo nell’organizzazione, li supportiamo nella fase di acquisizione dei kit. I prossimi mesi saranno cruciali,  e solo se si va avanti tutti insieme possiamo farcela senza pagare un prezzo troppo alto.  Le polemiche, le accuse, i giudizi sommari, le opinioni personali - conclude - non aiutano. Aiuta invece proporre soluzioni e contribuire a supportare lo sforzo di chi tutti i giorni lavora in condizioni difficili vicino alle persone. I conti, i bilanci, i giudizi, le somme, si tireranno alla fine. E siamo sicuri che i fatti ci daranno ragione”.

12 novembre 2020
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