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Fials: “Zingaretti sta demolendo il Ssr. E a beneficiarne è il privato”

Il sindacato punta il dito contro il piano per la gestione dell’emergenza e la determinazione G12910 del 3 novembre: "Parla chiaro: privilegiare rapporti di collaborazione tra aziende, enti del Ssr e strutture sanitarie private accreditate e non per l’ospitalità dei percorsi chirurgici No Covid-19.  Chi invece ha bisogno di esami diagnostici per altre patologie, comprese le cronicità, si dovrà accontentare di cambiare medico di fiducia”.

19 NOV - “Da tempo stiamo denunciando la demolizione del Servizio sanitario regionale ad opera della Giunta Zingaretti. La disposizione del governatore G12910 del 3 novembre scorso parla chiaro: privilegiare rapporti di collaborazione tra aziende, enti del Ssr e strutture sanitarie private accreditate e non per l’ospitalità dei percorsi chirurgici No Covid-19. Vale a dire chiudere interi reparti di attività specialistica chirurgica nelle realtà pubbliche e trasformarli in reparti Covid". Lo riporta la nota della Segreteria provinciale Fials di Roma che aggiunge: “Chi invece ha bisogno di esami diagnostici per altre patologie, comprese le cronicità, si dovrà accontentare di cambiare medico di fiducia”.

Per la Fials di Roma “è ancora più grave che non c’è alcun vincolo preliminare che obblighi di verificare se sia possibile ospitare in quei reparti ex chirurgici malati infettivi, in barba alle disposizioni di sicurezza pubblica e igiene, nel rispetto dei pazienti e degli operatori sanitari. Inoltre il presidente Nicola Zingaretti con l’ordinanza 65 del 5 novembre ha chiuso i reparti chirurgici nel pubblico per trasformarli in reparti Covid”.

“La politica sanitaria perseguita dalla Regione con gli atti qui richiamati produrrà effetti devastanti sulla tenuta del sistema sanitario pubblico che si vede togliere attività specialistiche chirurgiche di importanza vitale per l’appeal del sistema spostandole nel silenzio totale, grazie all’emergenza sanitaria in atto, in cliniche private. Azienda per azienda i vari manager – prosegue la nota - stanno pubblicando bandi alla ricerca di manifestazioni d’interesse da parte di strutture private accreditate per la disponibilità ad ospitare discipline chirurgiche utili alla gestione delle liste di attesa”.

“E il risultato è oramai acclarato anche se la cittadinanza e buona parte degli operatori vengono tenuti all’oscuro: con l’aumento dei posti letto Covid negli ospedali pubblici, con la chiusura di interi reparti chirurgici si avrà un impoverimento dell’offerta assistenziale per tutte le altre patologie con danni a oggi non ancora qualificabili. Abbiamo sempre ritenuto che il privato fosse integrativo all’offerta pubblica, non sostitutivo. Chiediamo al governatore del Lazio - conclude la nota Fials - chi seguirà i malati una volta operati da équipe pubbliche nelle cliniche private? Il personale sanitario strutturato nel pubblico, come verrà inquadrato nel privato? Aspettiamo risposte”.

19 novembre 2020
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