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Il Paese delle diseguaglianze

di Virginio Bebber

06 OTT -

Gentile Direttore,
approfittiamo della sua sempre cortese ospitalità per esprimere la nostra gioia nell’apprendere la bella  notizia dell’approvazione del rinnovo del contratto dei 600 mila  operatori del SSN. Soprattutto siamo incantati dalle soddisfatte dichiarazioni del Ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, per aver deciso non solo di mettere ‘  più risorse nelle buste paghe di quasi 600mila professionisti sanitari e operatori del Ssn”, ma anche per avere valorizzato così  “il loro operato”.

Soddisfatto, il Ministro, anche di aver deciso di introdurre “innovazioni che il settore aspettava da tempo”, e  riconosciuto anche “l’impegno in prima linea durante l’emergenza Covid”. Le grida di alleluja del Consiglio dei Ministri si uniscono così a quelle del MEF che aveva già approvato il provvedimento”.

Ci chiediamo, però,  come sia mai possibile, nel gridare l’alleluja, che è un canto di gioia,  non provare un minimo di vergogna per il trattamento riservato ad altre migliaia di  lavoratori della sanità convenzionata – come è ormai noto  perfettamente equiparata al servizio pubblico dalla legge, dunque con pari diritti, pari doveri e soprattutto pari dignità, così come sono, sempre per legge, da considerare i titoli professionali del proprio personale equivalenti a quelli  riconosciuti del  servizio pubblico (ed è bene ricordare sempre che anche la sanità convenzionata è da considerarsi servizio pubblico).

Dopo aver infatti sottoscritto, da mesi la partecipazione, almeno al 50%, nel rinnovo del contratto nazionale di lavoro per i dipendenti delle  istituzioni Associate all’ARIS (veramente la legge istitutiva del SSN stabiliva l’intera  copertura del contratto stesso ), in molte  regioni italiane ancora non si è visto un centesimo di quanto concordato, approvato e benedetto da quelle stesse Istituzioni governative che oggi inneggiano per aver riconosciuto il dovuto e ignorano il mancato rispetto degli impegni presi con altri lavoratori dello stesso comparto, che non vogliamo pensare siano discriminati. Il signor Ministro Speranza, dovrebbe ricordare l’accordo firmato con l’ARIS…

Ci piacerebbe poter gioire, oltrechè per i dipendenti del comparto sanitario italiano che hanno visto così riconosciuto il loro impegno ed i loro sacrifici nel periodo pieno dell’epidemia, anche per i tanti nostri dipendenti ai quali il loro stesso sacrificio non è stato riconosciuto né gratificato.

Evidentemente in Italia ai malati di serie A e di serie B ora si aggiungono anche gli operatori sanitari  di serie A e quelli di serie B. Alleluja, evviva il Paese delle diseguaglianze!

Virginio Bebber

Presidente Nazionale Aris



06 ottobre 2022
© Riproduzione riservata

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