Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Giovedì 18 APRILE 2024
Lettere al direttore
segui quotidianosanita.it

Principio di precauzione, una preziosa ancora di salvataggio quando si brancola nel buio

di Giovanni Di Guardo

10 MAR -

Gentile Direttore,
mentre continua a suscitare grande scalpore l'inchiesta giudiziaria sull'impressionante numero di decessi avvenuti in Val Seriana durante le prime fasi della pandemia da SARS-CoV-2, credo sia utile fare alcune precisazioni.

Premetto che desidero astenermi, in prima istanza, dall'addentrarmi in una qualsivoglia disamina del dato di fatto, pur innegabile, secondo cui troppe volte abbiamo assistito, nel nostro Paese, ad interventi della Magistratura in contesti professionali - di natura sanitaria e non - che invariabilmente hanno peccato di scarsa o nulla "capacità di autocritica" ("critical self
evaluation", si direbbe nel mondo anglosassone ed anglofono), giustificando in tal modo la discesa in campo dell'Autorità Giudiziaria.

In secundis, per quanto risulti fuor di ogni dubbio che il livello delle conoscenze all'epoca disponibili sul betacoronavirus SARS-CoV-2 e sulla COVID-19 fosse assolutamente deficitario ed incomparabile rispetto a quello attuale, non andrebbe tuttavia dimenticato che la Comunità Scientifica Internazionale aveva già acquisito una nutrita serie di informazioni su altri due betacoronavirus patogeni e correlati a SARS-CoV-2, SARS-CoV(-1) e MERS-CoV, emersi rispettivamente sulla scena evolutiva nel 2002-2003 e nel 2012.


Per completezza d'informazione e, nondimeno, per amor di verità, sarebbe "cosa buona e giusta" porre adeguata enfasi, in un siffatto contesto, sul "principio di precauzione", una quantomai preziosa ancora di salvataggio alla quale aggrapparsi in tutte quelle situazioni in cui il "pericolo" (il virus SARS-CoV-2, nella fattispecie) e la conseguente "analisi del rischio" ("quantificazione" della circolazione virale e dell'esposizione al virus) presentassero significative lacune conoscitive, come giocoforza accadeva all'esordio e nelle prime fasi della pandemia.

In una lettera a mia firma, pubblicata nel Febbraio 2020 sulla Rivista "Science", ricordavo che il principio di precauzione era già sceso prepotentemente in campo durante la seconda metà degli anni '80, a seguito dell'identificazione nel Regno Unito del "morbo della mucca pazza" - alias "encefalopatia spongiforme bovina" - nel Novembre 1986.

E' bene sottolineare, a tal proposito, che tanto meno si conosce di una determinata condizione morbosa e/o noxa esercitante un più o meno significativo impatto sulla nostra salute, tanto più diviene opportuno se non indispensabile far ricorso al salvifico principio di precauzione, a maggior ragione allorquando si abbia a che fare con un agente patogeno totalmente nuovo ed altamente diffusivo quale si è rivelato sin "ab initio" il betacoronavirus SARS-CoV-2.

Giovanni Di Guardo
Già Professore di Patologia Generale e Fisiopatologia Veterinaria presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell'Università degli Studi di Teramo



10 marzo 2023
© Riproduzione riservata

Altri articoli in Lettere al direttore

lettere al direttore
ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy