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Farmacisti, merce rara

di Eleonora Teti

09 MAG - Gentile Direttore,
da qualche giorno il tema è davvero caldo. Per i professionisti del settore lo è già da tempo. Eh sì, perché la carenza di Farmacisti collaboratori in Farmacia non è una novità e affonda le sue radici in un clima di insoddisfazione ormai diventato cronico.

Per non guardare esageratamente indietro nel tempo, ci fermeremo al 2009, anno in cui la “Farmacia dei Servizi” ha iniziato a farsi strada aldilà del banco.

Una realtà nuova, qualificante, bella, accolta con entusiasmo dalla categoria, nonostante la conducesse molto oltre la “semplice” e quotidiana dispensazione del farmaco.

Finalmente ai Farmacisti veniva offerta la possibilità di mostrare quel qualcosa in più.

Telemedicina, autoanalisi, servizi di vario genere, hanno richiesto studio e ulteriore formazione oltre quella di un corso di laurea già di suo molto articolato e complesso.

Formazione concentrata per lo più fuori orario lavorativo. Poco importa.

L’idea di offrire un servizio di maggior qualità, nonché lo spiraglio di allontanarsi una volta per tutte dal cliché del Farmacista commerciante, ha mosso animi e menti.

Arriviamo al 2020. La Pandemia ha messo a dura prova le Farmacie territoriali che, al fianco dei MMG, hanno rappresentato spesso l’unico punto di riferimento per l’utenza.

Lanciati letteralmente e in tempi brevissimi in servizi nuovi ma di pubblica utilità.

Esecuzione di tamponi, somministrazioni di vaccini, e molto più banalmente fonte di informazioni corrette sul trend pandemico. Il tutto senza tralasciare il lavoro al banco.

Questo ha dato modo al Sistema Sanitario Nazionale di toccare con mano il valore inestimabile della Farmacia e del Farmacista sul territorio.

Il riconoscimento c’è stato ma condito solo da tante belle parole.

Qui la frattura che oggi genera per la prima volta una vera e propria carenza di personale.

Proprio alla luce di quanto accaduto negli ultimi tre anni, il Sistema Farmacia avrebbe bisogno di un adeguamento contrattuale che valorizzi concretamente i professionisti incentivandoli ad una sempre maggiore efficienza.

Farmacista efficiente, Farmacia efficiente.

L’ultimo rinnovo contrattuale datato 31/12/2021 e in vigore fino al 31/12/2024 non ha tenuto evidentemente conto di quanto raccontato fino ad ora, se si pensa che l’aumento sulla paga base (già di suo non propria di un professionista sanitario) per un livello Q2 è stato di circa euro 70.

Una magra consolazione vista la rivoluzione dell’attività lavorativa che i Farmacisti hanno vissuto in circa un decennio.

Un rinnovo non qualificante, che non li inquadra e non li riconosce nemmeno lontanamente come Professionisti Sanitari.

In ultimo, non certo per importanza, la notizia che ha ulteriormente acceso gli animi.

Un paio di giorni fa. L’idea di un corso di laurea triennale per immettere nel mercato del lavoro figure tecniche a supporto del Farmacista.

Figure già presenti, è vero, in altri Paesi Europei, ma è altrettanto vero che negli stessi paesi la stessa figura del Farmacista percepisce una retribuzione nettamente superiore a quella di un collega Italiano.

Per fare un esempio (nemmeno troppo casuale), un Farmacista assunto a tempo indeterminato in Francia per 38 ore settimanali percepisce uno stipendio mensile netto che oscilla dai 2.800 ai 3.000€ (3.500€ lordi).

Idem per i colleghi tedeschi, con uno stipendio lordo di circa 3.500€ per un Farmacista alla prima esperienza e che supera abbondantemente i 4.000€ lordi mensili in seguito a 10 anni di attività.

Segue l’Irlanda, colma di Farmacisti italiani.

Si può molto agevolmente concludere che nonostante le competenze e il percorso di studi di un Farmacista italiano siano molto molto simili a quelli di un collega europeo, la retribuzione media evidenzia una differenza abissale. Incomprensibile verrebbe da aggiungere.

Nel nostro Paese lo stipendio mensile base netto di un Farmacista assunto full- time è di nemmeno 1.400€.

Che la carenza di personale laureato in Farmacia si sia fatta ancora più evidente proprio nel post COVID-19 a questo punto non sembra un caso.

L’ennesima aspettativa disattesa di una categoria che ha sperato e spera ancora di veder riconosciuta la propria professionalità. Senza aggirare il problema. Semplicemente adeguandolo ai tempi, al futuro e…all’Europa.

Dott.ssa Eleonora Teti
Farmacista e giornalista

09 maggio 2023
© Riproduzione riservata

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