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Manifestazione del 27 ottobre. Adesione condizionata? No grazie

di Attilio Terrevoli

26 OTT - Gentile Direttore,
non posso esimermi dal complimentarmi con il Presidente ANIARTI per il suo piccolo capolavoro di astuzia e di retorica con cui, con la pretesa di svelare presunti interessi di parte della manifestazione del 27 ottobre, esprime posizioni ben più partigiane.
 
È il vecchio espediente di accusare l’antagonista di quel che si sta per fare, partendo da premesse sbagliate per sviluppare un discorso apparentemente ineccepibile. In questo caso la premessa sbagliata, dalla quale si arguisce l’accanimento anti-medico dell’estensore, è che la manifestazione in questione è dell’intera dirigenza sanitaria e non solo medica, mentre invece il suo il riferimento ai sindacati medici è costante e ripetuto fino alla noia.
 
Inoltre egli glissa sul fatto che con questa manifestazione non si chiede nulla ma si contesta la distruzione di un sistema che, con la collaborazione di tutti, ha dato finora i migliori frutti con i minori costi, pur nella normale alternanza di luci ed ombre.
La grande manifestazione non è che l’ultimo atto di una serie segnali di allarme che da tempo (leggasi anni) la dirigenza, medica e non, lancia sullo smantellamento del sistema sanitario, per chi li ha saputi e voluti sentire e raccogliere.
Nessuno è stato chiamato a partecipare, ma le tante spontanee e molto diverse adesioni sono la riprova che questa manifestazione non è affatto ambigua e non persegue interessi di parte.
 
Dispiace che l’occasione venga colta per fare esattamente l’opposto. D’altra parte la partecipazione “di circostanza” dei vertici delle organizzazioni infermieristiche è politicamente spiegabile e comprensibile per il fatto che, unica categoria nella galassia sanitaria, vede questa “riforma” recepire alcune proprie, lecite (con riserve), istanze.
Stante la gravità della situazione però, non si può accettare il fatto che una così importante iniziativa ed una così massiccia condivisione da parte di utenti, politici ed associazioni di ogni genere venga sminuita ed offesa tacciandola di ambiguità, a sostegno di proprie specifiche finalità.
 
La priorità assoluta è parare un colpo da cui il servizio sanitario nazionale potrebbe non riaversi mai più: purtroppo questo forse non è chiaro a tutti.
I sottili distinguo semantici fra “curare” e “prendersi cura” sono lussi destinati a tempi migliori: qui siamo nell’ambito della pura sopravvivenza, e chi lavora in area critica sa bene cosa significa…
 
Dott. Attilio Terrevoli
Presidente Regionale AAROI EMAC VENETO
Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani – Emergenza ed Area Critica

 

26 ottobre 2012
© Riproduzione riservata

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