Liberalizzazione farmacie. La ridicola 'patina' di liberalismo della sinistra
di Maurizio Giubertoni
11 GEN -
Gentile direttore,
dalla lettura dell'articolo "
La guerra inutile tra farmacisti" , a parte la ridicola "patina" di liberalismo, da "società aperta alla K. Popper", che gli ex comunisti et similia (cattocomunisti:leggasi Prodi) si cuciono addosso per convenienza pro allocchi/i soliti tanti utili idioti (ben altre dovrebbero essere le liberalizzazioni, per es. è semplicemente grottesco aumentare di alcune unità il numero dei notai, quando i costi a carico dei cittadini restano invariati) è di tutta evidenza che ieri Prodi , oggi/domani (!) Bersani mirano a qualcosa di non chiaro/non detto: intendano forse incrementare le opportunità per le parafarmacie a danno delle Farmacie? Favorire forse le loro Coop rosse (non sono state - guarda caso- le prime ad ospitare le prime?), i cui affari sono noti (vedasi la querelle Esselunga: il libro di Caprotti è istruttivo!),senza dire dell'Unipol, e/o combattere alla "Vendola" i ricchi: farmacie/farmacisti come caste? Che lavoro svolge la consorte del leader PD? Cui prodest quell'insistente "dar addosso" alle farmacie?
Pensar male si fa peccato, per dirla con Andreotti, però...! O forse l' "ad personam" vale solo per Berlusconi, mentre la sinistra si preoccupa/agisce per il bene del popolo per default?! Se liberalizzazione deve essere che liberalizzazione sia, con l'abolizione di tutti gli ordini professionali, delle costose pratiche notarili,ecc., per non dire delle spese per mantenere nullafacenti parlamentari, regionali, provinciali,comunali, delle comunità montane.. al mare! (questa la vera utilità per il cittadino!), per lasciare che sia il libero mercato a decidere chi fa bene/chi è il migliore, senza lacci , lacciuoli, tessere partitiche, sindacali o raccomandazioni o finte interessate liberalizzazioni
Maurizio Giubertoni
Farmacista
11 gennaio 2013
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